SIAMO TUTTI ITALIANI...

Sventolano i tricolori sulle strade tirati fuori dalla muffa per l'occasione; rimettono in piedi i carrarmati di El Alamein (un M15/42 per esempio) spedendoli sulle strade (a disposizione di chi vorrà farci un giro); almeno questo è quello che vedo qui nei paesi e città limitrofi, da dieci anni in un crescendo rossiniano tornano puntuali i rigurgiti di fierezza italica con la nefasta data del 4 novembre, ribattezzata festa delle forze armate, dell'unità nazionale e di chissà cos'altro.L'anno scorso Napolitano mise in guardia da "conati di secessione", ma sarebbe meglio farlo dai diseducativi e antistorici conati di nazionalismo italiano da operetta di questi giorni e che ai tempi condussero ad una delle sciagure più grandi degli ultimi secoli.È quanto meno di cattivo gusto, se non sadico, festeggiare ed esultare per 650.000 morti, un milioni di feriti e 600.000 dispersi: questo il frutto (per la cosiddetta italia) di quella prima (di due) infausta guerra civile europea che fu la WW1.A proposito ci fu un tale che parlando delle "radiose giornate di maggio" e del 4 novembre disse: "è l'Italia che raggiunge la sua unità e pone il sigillo del patto compiuto al travaglio di molti secoli". Lui si chiamava Benito, ma parlava come (o forse addirittura più moderato) oggi parlano durante queste ricorrenze i sindaci infiocchettati di tricolore o le alte cariche dello stato che mettono in guardia da certi conati. E magari sono quelli che poi alle riunioni di partito si rendono protagonisti di dissertazioni su Turati: il problema è che quando il milanese era l'unico a parlare contro la guerra in un parlamento sotto il ricatto della Corona e della piazza aizzata ad arte in quel lontano 1915, loro sarebbero stati sicuramente dall'altra parte.I "democratici" odierni con tanto di tricolori, carrarmati estratti dalla naftalina e saluti militari stanno bene in compagnia di sciamannati quali i Vittorio Emanuele, i Sonnino, gli Albertini, i Salandra, i Cadorna, i Mussolini del tanto italico "armiamoci e partite". I protagonisti prima dello sciagurato golpe di aprile-maggio 1915 (una delle pagine più vergognose dell'italia sabauda, e oggi ci sono pure un sacco di vie dedicate a quel mese) e poi responsabili diretti della morte e assassinio di centinaia di migliaia di persone mandate al macello per interessi di pochi e per cose delle quali alla maggior parte non interessava nulla.Su 5.038.809 arruolati i volontari sono stati solo 8.000, a fronte di 325.527 denunciati, 101.665 condannati per diserzione, 2.022 per passaggio al nemico, e 160.000 di renitenti. I condannati a morte sono stati 4.028, i morti in totale 650.000. Eh già, c'è proprio da festeggiare: ipocriti senza alcun rispetto della gente mandata a morire da personaggi che la storia ha condannato senza appelli.
(tratto da http://www.politicaonline.net/ ) Fabrizio Dalcerri

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