FINALMENTE I LAMPIONI IN VIA MONETA… MA NON BASTA!

E’ già un passo avanti ma non restiamo certo immobili a guardare.

La posa dei lampioni sulla strada era colpevolmente in netto ritardo ed è vergognoso che l’Amministrazione si sia mossa solo dopo il volantino del Gruppo Consiliare di Ettore Fusco che ha denunciato lo stato di pericolo e degrado cui è lasciata la nostra via.
I lampioni sono un passo avanti ma ci sono ancora troppe lacune da colmare all’interno del complesso di Via Moneta:

· i vialetti che si inoltrano tra i palazzi sono completamente bui
· i giardini sono completamente al buio
· di agenti preposti alla sicurezza dei cittadini non ne passano
· la roggia che scorre accanto al viale d’accesso ai portoni è scoperta
· non ha la benché minima protezione
· permette a decine di topi e nutrie di inoltrarsi nei giardini e portoni


Queste sono le disfunzioni esteriori, quelle di cui l’Amministrazione deve interessarsi ed attivarsi nei confronti dell’azienda costruttrice affinché siano sollevati i cittadini operesi dal disagio che hanno vissuto ed ancora oggi vivono in un quartiere che, se non era urbanizzato a dovere, non doveva essere aperto.
Che il Sindaco intervenga ed eviti che, in occasione dei prossimi furti o di qualsiasi altro danno causato dalla scarsa illuminazione e dalla presenza della roggia a ridosso delle abitazioni, gli inquilini di Via Moneta debbano sporgere denuncia contro di lui per essersi sottratto al suo dovere istituzionale.

NIENTE SOLIDARIETA' AL SINDACO DI CITTADELLA DA QUELLO DI OPERA

Nel Consiglio Comunale del 27 novembre è stata votata in modo sfavorevole una mozione del Consigliere Fusco dove si esprimeva solidarietà al Sindaco del Comune padovano che è stato inquisito per avere posto tra i requisiti necessari alla richiesta di residenza, nel suo Comune, la dimostrabilità di un reddito pari almeno a cinquemila euro annui.
La sinistra operese ha considerato tale atto una forma di razzismo e pertanto ne ha condannato l'autore sentenziando già la colpevolezza del Sindaco Massimo Bitonci che la magistratura veneta (poichè operante in quella Regione) ha indagato per "ipotesi di usurpazione di pubblico ufficio".
A questo punto, visto che i poveri non possono essere considerati criminali (così hanno dichiarato dai banchi della maggioranza) e noi condividiamo questa affermazione, seppure con dei distinguo che ci differenziano dai "coglioni" di berlusconiana memoria, dobbiamo però rilevare che se un individuo non possiede reddito è probabile che delinqua per mantenersi, oppure gravi, nella migliore delle ipotesi, sulla collettività.
Essendo noi attenti al sociale proponiamo pertanto che l'amministrazione si prenda carico di tutti i cittadini residenti con un reddito annuo inferiore ai cinquemila euro e che tolga dai requisiti essenziali, per la richiesta della residenza, anche la fissa dimora.
Pretendere che un individuo abbia fissa dimora in un'abitazione che sappiamo essere costosa, anche se solo in affitto, nel nostro comune diventa, effettivamente, una discriminazione nei confronti dei più poveri che devono avere il diritto di vivere nelle baracche che preferiscono oppure sotto i ponti (questa del resto è una delle tante contraddizioni del Ramazzottipensiero).
Questa sinistra è davvero allo sbando, la miserabile finta politica buonista di salvaguardia dei ceti deboli, ma solo se immigrati, la sta portando a contraddizioni che rendono invisi ai cittadini quegli individui che pensano solo a fare gli interessi degli stranieri, con preferenza ai clandestini ed ai delinquenti, ed in particolare i propri. Ottimo esempio di Consigliere che predilige tanto il favoreggiamento dell'immigrazione (e non certo quella clandestina che sarebbe reato) è l'Assessore Borghi che ieri sera, in Consiglio Comunale, s'è affannato con il suo collega Matteo Armellono di rifondazione comunista ad elaborare tesi che ci riportavano indietro di oltre duecento anni per dimostrare quanto siano razzisti nei confronti dei poveri e dei clandestini "quelli della Lega".
Esempio di questo degrado politico, sociale e civile è l'assessorato ai servizi sociali di Opera dove gli assessori avvicendatisi in questi dieci anni di Giunta Ramazzotti sono sempre stati di rifondazione comunista e due su tre sono stati nominati dal partito esternamente al Consiglio Comunale. Persone non elette dal popolo, in pratica.
Su quello che sono stati capaci di fare lasciamo giudicare i cittadini che, speriamo, conoscano i propri amministratori e le attività svolte da loro e dai propri familiari.
Dal canto suo il capogruppo della maggioranza, Angelo Scaglione, entrando nel merito dell'ordinanza del Sindaco Bitonci ha sostenuto l'impossibilità di applicare una regola che tenga conto del reddito, altrimenti: "nel caso di evasori totali, cui magari il comune eroga anche contributi assistenziali, saremmo costretti a togliergli la residenza". Non sia mai (n.d.r.)!
A tanto arrivano i cattocomunisti operesi!

COMUNICATO STAMPA: NESSUNO TOCCHI BITONCI

Opera, 23 novembre 2007
Domenica mattina Opera sarà idealmente con il Sindaco Bitonci ed i suoi concittadini. Il primo cittadino di Cittadella è indagato per usurpazione di funzione pubblica.
Questo per avere fatto bene il mestiere di Amministratore Pubblico, predisponendo degli atti indispensabili alla sicurezza dei propri concittadini, senza violare alcuna legge del buonsenso. Dare la residenza solo a chi può dimostrare di potersi mantenere non può essere un reato ed il Sindaco del paese veneto non ha fatto altro che questo. Forse i solerti magistrati dovrebbero indagare chi permette ai diseredati di tutto il mondo di entrare in Italia e, non avendo mezzi per il proprio sostentamento, delinquono per mantenersi.
Lo stesso Ministro Amato sta studiando sistemi per arginare questo fenomeno ed è al vaglio delle istituzioni nazionali il nuovo pacchetto di competenze da dare proprio ai sindaci chiamati in prima persona alla battaglia per ridare sicurezza ai cittadini.
Eppure Bitonci riceve un avviso di garanzia per usurpazione di funzione pubblica!

A Opera, nel paese alle porte di Milano militarizzato per due mesi per cercare di insediare un campo nomadi non voluto dagli operesi, abbiamo imparato a lottare per fare valere i nostri diritti e per questa ragione alcuni di noi, colpiti dalla magistratura, ne pagheranno le conseguenze.
Ettore Fusco, il Capogruppo della Lega Nord al Consiglio Comunale, è quello che sta peggio. A gennaio inizia infatti il suo processo per istigazione a delinquere in quanto, secondo gli accusatori, il rogo delle tende che avrebbero dovuto accogliere il campo nomadi sarebbe stata la conseguenza del suo intervento, in aula consiliare, dinanzi alla folla inferocita contro il Sindaco di centro sinistra che il campo nomadi lo voleva a tutti i costi.

“Domenica mattina io sarò a Cittadella per manifestare al popolare Bitonci la solidarietà dei leghisti operesi e, soprattutto, la vicinanza ideale di un’intera comunità che rivede, nel sopruso che il primo cittadino veneto sta subendo, la stessa violenza riservata agli operesi calunniati ed infamati dai mass media nazionali.
Per quanto riguarda me, oltre alle menzogne sentite e lette in merito a quelle vicende, la persecuzione ha avuto uno strascico giudiziario e sta quindi proseguendo al fine di intimidirmi e mettermi in condizione di non svolgere il mio dovere di rappresentante popolare di una forza sempre più viva e vicina alla gente.
Nonostante questo sono vicino al Sindaco di Cittadella Massimo Bitonci, non ho alcun timore nell’esprimere tutta la mia solidarietà ad una persona a cui i propri concittadini hanno rinnovato in questi giorni, mediante migliaia di messaggi di solidarietà, la propria fiducia e che domenica tributeranno al loro Sindaco l’unica sentenza valida, quella del Popolo”.

INGLESE UCCISA

BORGHEZIO: CATTURATO IN GERMANIA, PERCHE' LI' CONTROLLI EFFICACI SUGLI STRANIERI
Intervenendo oggi a Bruxelles durante l'audizione del Commissario Frattini davanti alla Commissione Libertà Pubbliche, l'On. Borghezio ha sottolineato "la necessità di rafforzare le misure di controllo interno ai Paesi membri sugli stranieri in libera circolazione".
"La notizia della cattura di un pericolosissimo delinquente ivoriano - ha dichiarato l'On. Borghezio - ricercato in Italia per l'efferato delitto di Perugia una ragazza inglese, dimostra che in Germania - dove i controlli sugli stranieri sono severi ed efficaci - la polizia è in grado di assicurare alla giustizia quei criminali che, invece, nei Paesi buonisti come l'Italia sfuggono facilmente alle ricerche e possono delinquere e poi dileguarsi in tutta tranquillità".
On. Mario Borghezio
Capo Delegazione Lega Nord al Parlamento Europeo

COMUNICATO STAMPA: 400 FIRME PER LA SICUREZZA

Tanti sono stati gli operesi che hanno sottoscritto le proposte dei militanti leghisti al gazebo di questa mattina dove si potevano firmare due petizioni portate avanti dai lumbard.
La prima, quella prettamente locale contro l'inceneritore a confine tra Opera, Milano e Rozzano, era il proseguimento di un iniziativa avviata a fine luglio dai cittadini di Opera Sicura mentre la seconda, effettuata a livello nazionale nei gazebo che la Lega Nord ha organizzato in tutta la Padania, consisteva in una petizione popolare a favore della proposta di chiudere le frontiere per cinque anni in modo tale da arginare la forte immigrazione in atto da quando sono state aperte le porte ai paesi dell'est.
Se l'immigrazione clandestina è sempre stata forte, per le blande politiche al riguardo, si è giunti al livello intollerabile odierno proprio dopo l'arrivo di migliaia di cittadini dall'Europa dell'est che hanno acuito eccessivamente il livello di criminalità.
Del resto, nazioni come la Romania, all'ingresso nella Comunità Europea del loro paese hanno festeggiato graziando i propri detenuti, con una sorta del nostro indulto, invitandoli a lasciare il paese. Essendo l'Italia l'unico stato appetibile che non ha prorogato il libero accesso dai paesi dell'est, con una moratoria, si sono tutti riversati nel "bel paese". Il paradiso del delinquente.
Al gazebo dei lumbard era presente l'On. Parlamentare Europeo Mario Borghezio accolto calorosamente dagli operesi che ancora ne ricordano l'impegno dell'inverno scorso quando fece il possibile, accanto ai presidianti operesi che non volevano il campo rom, e vinse con i cittadini di Opera la battaglia per la legalità evitando di consegnare il nostro paese alla logica dei campi nomadi.
L'Europarlamentare ha presentato ai cittadini la nuova rivista "Idee per l'Europa dei popoli" disponibile presso la Sezione locale del Carroccio.

COMUNICATO STAMPA: NO ALLA FANTAPOLITICA

Opera, 16 novembre 2007
La Lega Nord ed Ettore Fusco prendono le distanze dalle asserzioni apparse su un quotidiano nazionale in merito allo stato di avanzamento della campagna elettorale per Opera dove a maggio si voterà per rinnovare il Consiglio Comunale ed il Sindaco.
Ettore Fusco, secondo il giornalista, sarebbe un papabile candidato Sindaco per il centrodestra, e di questo dobbiamo dare atto che è opinione diffusa che cosi possa essere ma, ad oggi, il Carroccio non ha fatto ancora alcuna scelta in merito alla candidatura o meno di un proprio esponente alla guida del centrodestra nelle elezioni prossime a venire.
Se Ettore Fusco è attualmente l’operese più in vista non è comunque merito del Presidio anti rom, come afferma il quotidiano. Il Capogruppo leghista ha di fatto conquistato sempre più popolarità nel suo paese grazie all’impegno profuso quotidianamente per i suoi concittadini e le molte battaglie svolte da quando milita nel movimento di Bossi.
Il Consigliere Comunale Ettore Fusco è, infatti, da dieci anni leader indiscusso dell’opposizione e con la vicenda dell’incendio del campo nomadi in allestimento ed il successivo presidio cittadino per ostacolarne la permanenza in paese ha semplicemente aumentato la sua popolarità fuori dai confini cittadini ed ha guadagnato un processo per istigazione a delinquere che ne condizionerà certamente il futuro, sia di uomo libero che di esponente politico.
Per eventuali candidature c’è ancora tempo e devono, tassativamente, essere richieste dal popolo cui noi affidiamo le sorti di Opera. La Lega Nord sta intessendo un discorso di collaborazione con i berlusconiani operesi che, mai come quest’anno, ci appaiono assolutamente compatti contrariamente alle affermazioni qualunquiste da scoop giornalistico.
La presenza di Mario Borghezio a Opera, domenica mattina ore 10 presso il gazebo padano, non rappresenta il lancio della campagna elettorale, che per noi non ha mai inizio né fine, ma bensì un ritorno gradito nel paese cui l’Europarlamentare ha dato, in occasione della vicenda rom, un contributo molto apprezzato dagli operesi.
Ufficio Stampa Lega Nord per l’indipendenza della Padania - Opera

COMUNICATO STAMPA: L’ON. MARIO BORGHEZIO A OPERA DOMENICA 18 NOVEMBRE

Opera, 15 novembre 2007
Domenica 18 torna a Opera l’Onorevole Parlamentare Europeo Mario Borghezio che nella cittadina del sud milano dove è stata sconfitta la prepotenza delle istituzioni, rifiutando l’imposizione un campo nomadi voluto dal Sindaco milanese Letizia Moratti, dalla Caritas meneghina nella persona di Don Colmegna, dal Presidente della Povincia Filippo Penati, dal Prefetto del capoluogo lombardo Gian Valerio Lombardi e dal Sindaco di Opera Alessandro Ramazzotti, ha portato avanti fianco a fianco dei presidianti locali una lunga battaglia che ha fatto scuola in tutta Italia aprendo gli occhi alla gente onesta stanca di essere sopraffatta per interessi incomprensibili.
Domenica sotto il gazebo della Lega Nord si raccoglieranno le firme per dire STOP IMMIGRAZIONE e chiedere la chiusura delle frontiere per cinque anni.
L’Europarlamentare avrà modo di presentare ai cittadini il primo numero della rivista “Idee per l’Europa dei Popoli” a cura dell’omonima Associazione da lui presieduta.
Ettore Fusco con i militanti della Lega Nord e di Opera Sicura raccoglieranno, anche, le firme per chiudere e consegnare alle istituzioni la petizione contro l’inceneritore annunciato vicino al carcere operese al confine con Milano.
Una mattinata molto intensa che avrà inizio alle ore 10,00 con l’arrivo dell’Onorevole e la presentazione della rivista federalista, molto densa di contenuti, per poi proseguire con le petizioni annunciate e la distribuzione del materiale predisposto alla sensibilizzare dei cittadini per affrontare i problemi dell’immigrazione e del mal governo del Presidente del Consiglio Romano Prodi.

BORGHEZIO A OPERA DOMENICA 18 NOVEMBRE


In occasione del gazebo di DOMENICA 18 NOVEMBRE in Via Dante vicino al Municipio alle ore 10.00 si terrà la presentazione a Opera della rivista IDEE PER L'EUROPA DEI POPOLI.

L'On. Mario Borghezio, Parlamentare Europeo, torna dagli operesi per cui si è battuto, a fianco dei presidianti, in occasione della battaglia contro l'insediamento di un campo nomadi.

Lo aspettiamo per un gradito saluto alle ore 10.00 presso il gazebo della Lega Nord in Via Dante alla fermata del Bus vicino al Municipio.

Al gazebo sarà possibile firmare le petizioni popolari:

  • STOP IMMIGRAZIONE frontiere chiuse per 5 anni
  • NO INCENERITORE e mostri ecologici a Opera

Altro su: http://presidiodiopera.blogspot.com/2007/11/mario-borghezio-opera-domenica-18.html

VOCI DALLA RISERVA

Secondo i dati ISTAT resi noti a fine ottobre gli stranieri regolari in Italia sono aumentati nell’ultimo anno del 21,6% raggiungendo quota 3 milioni e 700.000. Di questi oltre 1 milione sono in Lombardia e ben il 33,7% del totale sono stanziati nel nord-ovest. A questi si aggiungono centinaia di migliaia di clandestini che nessuno può quantificare in modo attendibile, solo i rom potrebbero già essere 150,000 e continuano ad aumentare. Di pari passo cresce l’allarme sociale, la criminalità, l’insicurezza, l’impotenza delle istituzioni. E la popolazione carceraria è costituita per il 60% da stranieri.
Di fronte a questa emergenza il governo di Roma, dopo mille rinvii e distinguo, ha risposto con cinque Disegni di Legge che dovrebbero stabilire fra le altre cose anche i poteri dei sindaci e norme sulle espulsioni dei cittadini comunitari da parte dei Prefetti. Ma oltre alla fumosità di questi provvedimenti ciò che lascia allibiti è la scelta di procedere col Disegno dL, cioè con un provvedimento che deve passare all’esame delle due Camere, esposto alle imboscate e alle valanghe di emendamenti che certamente la sinistra radicale non mancherà di presentare.
Ed è allora fin troppo facile prevedere che il testo di legge arriverà al termine dell’iter parlamentare completamente stravolto, con tempi lunghissimi e quindi con efficacia tutta da stabilire. Molto più logico sarebbe stato il ricorso al Decreto Legge, ovvero ad un provvedimento immediatamente in vigore da convertire in legge entro 60 giorni. In Italia si governa per Decreto ad ogni occasione nonostante i ripetuti richiami della Corte Costituzionale a non abusare di tale strumento, ma in questo caso dove l’emergenza e l’urgenza sono palesi, l’ignavia del Governo si è manifestata in tutta la sua grossolanità.
Ci sono voluti i tragici fatti di Tor di Quinto a Roma per assistere ad una patetica retromarcia con l’immediata emanazione di un Decreto per il potere di espulsione da conferire ai Prefetti, senza per altro che sia possibile sapere se poi questi avranno o meno i mezzi finanziari per mettere materialmente su un aereo le persone da espellere o se ci si dovrà limitare ad un ridicolo foglio di via.
I fatti sono questi e non inducono a facili ottimismi, ma l’ipocrisia buonista del Governo delle sinistre non deve indebolire la nostra volontà di reazione, la voglia di riprenderci il nostro territorio, di ridare alla Lombardia e a tutta la Padania l’orgoglio della propria identità.
Gli Indiani d’America non sono riusciti a fermare l’invasione e ora vivono nelle riserve. Non dimentichiamo mai quella lezione.
Sandro Maj (POASCO)

I MORTI A MILANO CONTANO MENO DI QUELLI NELLA CAPITALE?

RAPINA IN CASA, MEDICO MUORE SOFFOCATO.
La vittima aveva 64 anni. Viveva al settimo piano di un palazzo vicino alla Fiera. Almeno 3 banditi, forse dell'Est
MILANO
- Un medico di 64 anni, Marzio Colturani, ginecologo in pensione, è morto la scorsa notte a Milano durante una rapina nella sua abitazione. Una rapina che si è trasformata in tragedia. È accaduto nei pressi della Fiera di Milano in una lussuosa abitazione al settimo piano di un palazzo in via Comerio 3, a pochi passi dal comando dei carabinieri. L'uomo viveva con il figlio trentenne.
SOFFOCATO - Secondo le prime ricostruzioni, nell'appartamento si sarebbero introdotti almeno tre banditi, forse anche quattro, probabilmente dell'Est europeo, a giudicare dall'accento e dalla testimonianza del figlio. I banditi avrebbero immobilizzato padre e figlio, imbavagliati con del nastro adesivo da pacchi e con il corpo avvolto da una coperta o un lenzuolo. Quando il figlio è riuscito a liberarsi, dopo che i banditi aveva lasciato la casa, ha visto che il padre, già malato, respirava a fatica. L'uomo sarebbe morto poco dopo, probabilmente proprio a causa dell'imbavagliamento. Inutile la chiamata al 118: quando sono arrivati i soccorsi era già morto.
NESSUNA EFFRAZIONE - I banditi sono entrati in casa poco dopo le tre di notte; forse con una chiave, visto che non c'è stata effrazione. Hanno sorpreso nel sonno il figlio della vittima, Luca, farmacista trentenne, lo hanno colpito con un pugno e immobilizzato e imbavagliato nella sua stanza. Poi sono entrati nella stanza del padre, che è vedovo, lo hanno immobilizzato e imbavagliato con del nastro adesivo e hanno svaligiato la casa portando via quadri, gioielli e soldi da una cassaforte. Il ginecologo aveva un altro figlio, Matteo, 34 anni, giornalista televisivo, che vive a Sesto Calende.
Il nostro punto di vista:
Un'altra vittima dell'efferata violenza dei delinquenti dell'Est Europa che viene trattata come normale notizia di cronaca nera. Eppure pochi giorni fa l'Italia si è emozionata ed indignata per l'omicidio romano di Tor di Quinto.
Tanti proclami da parte delle istituzioni e dei politici, tante belle parole alla TV, mentre oggi l'ultimo delitto, l'ennesimo, passa sotto silenzio. Forse a nessuno importa di un medico milanese morto nella sua abitazione, forse fa meno clamore l'omicidio di un ginecologo meneghino rispetto a quello di una giovane donna con una bella storia d'amore con un ufficiale dell'Esercito (nessuno ce ne voglia per questo parallelo, non siamo noi a fare distinguo tra le vittime dei macellai dell'est).
Forse non vivere nella città di Veltroni fa si che nessun politico, ad esempio Fini (giusto per non fare nomi), vada in visita alla città dicendo "non bisogna strumentalizzare" mentre sputa sentenze incolpando proprio quel Veltroni Sindaco della sua Roma ed il Veltroni neo leader del Partito Democratico. Un bersaglio appetito per i politici del centro destra.
E senza i riflettori puntati diventa poco interessante e producente fingersi dalla parte del cittadino, diventa inutile. Con questo modo di intendere la politica siamo di fronte all'ennesima sconfitta di uno Stato che dimostra ogni giorno tutte le sue brutture.
Ciascuno si preoccupa del suo cadreghino e finge coinvolgimento solo per quelle distorsioni della società che possano dare ulteriore notorietà, tramite giornali e televisioni, fregandosene poi di qualsiasi altra cosa che i mass media non amplifichino mettendola sulla bocca di tutti.

L’UDC SALVA IL GOVERNO

L’assenza in Aula di cinque senatori ex democristiani ha permesso all’Unione di galleggiare.
Bocciato per due voti l’emendamento taglia-ministri di Calderoli: Palazzo Chigi evita la crisi
L’Udc salva il Governo Prodi. Nel giorno in cui sarebbe andato sotto, su un emendamento politicamente pesantissimo, quello sul taglio dei ministri a partire dal prossimo 1° gennaio, l’Esecutivo è stato salvato da cinque assenze provvidenziali e decisive nell’opposizione: quelle di quattro... ...senatori Udc, ovvero Rocco Buttiglione, Antonio De Poli, Nedo Poli e Calogero Mannino, e di un senatore ex Udc ora nella Nuova Dc, Mauro Cutrufo. Tutti assenti nella votazione chiave, in cui la maggioranza ha prevalso per soli 2 voti, scongiurando una caduta che avrebbe aperto la crisi.
Il tema, come detto, era quello del taglio dei ministri e dei sottosegretari, da attuare fin da subito se fosse passato questo emendamento presentato dal solito Roberto Calderoli: un emendamento al curaro per l’Unione, visto che un rimpasto per eliminare 40 poltrone delle attuali 102 sarebbe oggettivamente impossibile per questa traballante maggioranza e l’approvazione di un simile emendamento si sarebbe pertanto tradotta in una crisi immediata. Invece niente. Senza i voti dei cinque senatori ex democristiani l’opposizione non ha potuto far passare la proposta Calderoli e la maggioranza si è salvata come sempre per il rotto della cuffia. Ma con una differenza. Finora a tenere a galla l’Esecutivo al Senato erano stati i voti dei senatori a vita e quelli degli eterni scontenti della sinistra, della Svp e dei vari ’dissidenti’, come Rossi, Turigliatto, Pallaro, Fischella e Dini. Questa volta, invece, a salvare Palazzo Chigi è stata l’assenza di un blocco di senatori di un partito dell’opposizone, l’Udc. Ovviamente dalla sede di via Due Macelli hanno precisato stizziti che si trattava di assenze giustificate: Buttiglione era all’ospedale per una visita oculistica, Mannino a Palermo per un processo, De Poli e Poli imbottigliati nel traffico del centro di Roma dopo aver partecipato ad una riunione di partito (!!!) e pertanto, ha spiegato l’ufficio stampa Udc, «hanno ritardato soltanto il tempo di percorrere a piedi la strada necessaria per recarsi in aula». Casualità? Sfortunate coincidenze? In realtà mentre i quattro senatori mancavano all’appello alcuni loro colleghi di partito ricollocavano l’Udc nella solita posizione di frontiera tra i due schieramenti. E così prima il segretario Lorenzo Cesa apriva all’invito al dialogo sulle riforme lanciato da Walter Veltroni («Siamo pronti») e a seguire il vicecapogruppo alla Camera, Maurizio Ronconi, sentenziava che la Cdl «è al capolinea ed è sotto gli occhi di tutti». Alla faccia della casualità! Casualità e coincidenze cui non credono in molti.

SIAMO TUTTI ITALIANI...

Sventolano i tricolori sulle strade tirati fuori dalla muffa per l'occasione; rimettono in piedi i carrarmati di El Alamein (un M15/42 per esempio) spedendoli sulle strade (a disposizione di chi vorrà farci un giro); almeno questo è quello che vedo qui nei paesi e città limitrofi, da dieci anni in un crescendo rossiniano tornano puntuali i rigurgiti di fierezza italica con la nefasta data del 4 novembre, ribattezzata festa delle forze armate, dell'unità nazionale e di chissà cos'altro.L'anno scorso Napolitano mise in guardia da "conati di secessione", ma sarebbe meglio farlo dai diseducativi e antistorici conati di nazionalismo italiano da operetta di questi giorni e che ai tempi condussero ad una delle sciagure più grandi degli ultimi secoli.È quanto meno di cattivo gusto, se non sadico, festeggiare ed esultare per 650.000 morti, un milioni di feriti e 600.000 dispersi: questo il frutto (per la cosiddetta italia) di quella prima (di due) infausta guerra civile europea che fu la WW1.A proposito ci fu un tale che parlando delle "radiose giornate di maggio" e del 4 novembre disse: "è l'Italia che raggiunge la sua unità e pone il sigillo del patto compiuto al travaglio di molti secoli". Lui si chiamava Benito, ma parlava come (o forse addirittura più moderato) oggi parlano durante queste ricorrenze i sindaci infiocchettati di tricolore o le alte cariche dello stato che mettono in guardia da certi conati. E magari sono quelli che poi alle riunioni di partito si rendono protagonisti di dissertazioni su Turati: il problema è che quando il milanese era l'unico a parlare contro la guerra in un parlamento sotto il ricatto della Corona e della piazza aizzata ad arte in quel lontano 1915, loro sarebbero stati sicuramente dall'altra parte.I "democratici" odierni con tanto di tricolori, carrarmati estratti dalla naftalina e saluti militari stanno bene in compagnia di sciamannati quali i Vittorio Emanuele, i Sonnino, gli Albertini, i Salandra, i Cadorna, i Mussolini del tanto italico "armiamoci e partite". I protagonisti prima dello sciagurato golpe di aprile-maggio 1915 (una delle pagine più vergognose dell'italia sabauda, e oggi ci sono pure un sacco di vie dedicate a quel mese) e poi responsabili diretti della morte e assassinio di centinaia di migliaia di persone mandate al macello per interessi di pochi e per cose delle quali alla maggior parte non interessava nulla.Su 5.038.809 arruolati i volontari sono stati solo 8.000, a fronte di 325.527 denunciati, 101.665 condannati per diserzione, 2.022 per passaggio al nemico, e 160.000 di renitenti. I condannati a morte sono stati 4.028, i morti in totale 650.000. Eh già, c'è proprio da festeggiare: ipocriti senza alcun rispetto della gente mandata a morire da personaggi che la storia ha condannato senza appelli.
(tratto da http://www.politicaonline.net/ ) Fabrizio Dalcerri

DOPO LA VENDETTA DEI DIECI INCAPPUCCIATI A ROMA CHE HANNO AGGREDITO UN GRUPPO DI RUMENI

Visto che il governo non seleziona, separando dagli italiani, gli immigrati onesti da quelli disonesti, quelli che lavorano dai disoccupati, quelli in regola dai clandestini, i papponi dai padri di famiglia, gli spacciatori dai nostri figli, gli stupratori dalle nostre mogli, i ladri dalle nostre case, gli assassini da tutti noi, credo che in questo modo abbia AUTORIZZATO GLI AUTORI DEL RAID A COMMETTERLO.
Se il governo non ci protegge c'è il rischio che qualcuno comincia a pensare che bisogna farlo da soli, si doveva aspettare "la morta" per prendere qualche misura restrittiva? mi sembra palese che sarebbe bastato un serio controllo all'ingresso nel paese per limitare almeno questo continuo afflusso di delinquenza, invece è stato permesso che i paesi neocomunitari svuotassero le loro carceri incentivando il loro trasferimento nel "bel paese".
Fabrizio Dalcerri