IN 200 ALLA CENA DI NATALE

Alla tradizionale cena di Natale offerta dalla Sezione operese della Lega Nord, ieri sera, c'erano duecento persone che hanno potuto scambiarsi gli auguri di Buone Feste ed apprezzare gli interventi del Capogruppo leghista Ettore Fusco, dell'Onorevole Europarlamentare Mario Borghezio, del Deputato Nazionale Onorevole Paolo Grimoldi e dell'Assessore alla Regione Lombardia Davide Boni.
La cena alla Corte del Moro, che ringraziamo per la disponibilità ed il supporto organizzativo, era ottima come sempre.
Ieri è stata posata la prima pietra per la costruzione di una casa comune che condurrà gli operesi alla vittoria nelle elezioni amministrative della prossima primavera. Il Popolo si riprenderà il Municipio e l'istituzione più vicina alla gente.

BORGHEZIO - AI TURCHI RISPONDIAMO: SIAMO ORGOGLIOSI DEI NOSTRI SIMBOLI CROCIATI E TEMPLARI

L'incredibile vicenda del ricorso presentato dall'avvocato turco Baris Kaska presso un tribunale locale, per chiedere la vittoria a tavolino del "Fenerbahce" nella partita di Champions League vinta dall'Inter per 3 a 0 dimostra a che punto arrivi il livore anticristiano dei turchi.
L'incredibile motivazione - e cioè che la croce che campeggia sulle maglie indossate in quell'occasione dai giocatori dell'Inter sarebbe affermazione di "superiorità" religiosa e ricorderebbe "i giorni sanguinari del passato", le Crociate e, in particolare, i Cavalieri Templari - ci rafforza nella convinzione che lo spirito che aleggia nella Turchia del 2007 è ancora quello dello scontro di religioni e di civiltà.
Il silenzio timoroso e servile delle nostre Autorità istituzionali, sempre pronte a stigmatizzare ogni e qualsiasi orgogliosa rivendicazione della nostra identità culturale e cristiana, fa semplicemente vergogna.
Sappiano turchi e mussulmaneria varia che in Padania sventola ovunque il simbolo antico e venerato della Croce di San Giorgio, che campeggia un po' ovunque sui nostri gonfaloni e che caratterizza da sempre la nostra iconografia comunale, le nostre rappresentazioni storiche, i momenti di gioia e di festa del nostro popolo.
Mai, e meno che mai per pretesa turca, accetteremo di rinunciare ai nostri simboli sacri.
On. Mario Borghezio
Capo Delegazione Lega Nord al P.E.

COMUNICATO STAMPA: TORRI GEMELLE NEL NUOVO QUARTIERE. RAMAZZOTTI COME BIN LADEN.

Opera, 4 dicembre 2007
Dopo avere dichiarato, agli inorriditi spettatori che hanno affollato in almeno centocinquanta l’aula consiliare del Municipio, che le torri all'ingresso di Opera sarebbero state di undici piani il Sindaco amaro Alessandro Ramazzotti, imbeccato dall'architetto del piano di lottizzazione dell'area all'ingresso del Paese, ha abbattuto tre piani delle oramai famose torri gemelle di Opera e le ha fatte diventare di otto piani.
Fortunatamente non si tratta di attentato terroristico ma di pura demagogia e così Ramazzotti, questa volta, se la cava solo con i fischi dei cittadini che oramai non bevono più le menzogne dell'Amministrazione e sanno che quei palazzoni saranno di dieci piani più la mansarda. Un’esagerazione per Opera, paese il cui piano regolatore prevedeva edifici al massimo di cinque piani.
Chiamati ieri sera, lunedì 3 dicembre, ad un'assemblea pubblica per conoscere il futuro del proprio quartiere, dinnanzi ad un presente da brivido, l'Amministrazione ha speso uno sproposito di parole per illustrare piste ciclabili, piante e barriere antirumore.
Alla fine i cittadini non hanno sopportato l'arroganza ed hanno cominciato ad incalzare il Sindaco ed i suoi assessori con domande, mirate, legate a problemi concreti: la mancanza d'illuminazione, i cantieri aperti non a norma, le strade strette, gli scarsi parcheggi, le rogge scoperte, la spazzatura non raccolta, i furti subiti ed i portoni che affacciano sulle strade ad alto scorrimento.
Su questi temi non vi era una preparazione in quanto si pensava che di cittadini ne sarebbero arrivati ben pochi e, come fino ad un anno fa accadeva, compiacenti ed accondiscendenti.
Ma la storia del 21 dicembre ha insegnato agli operesi che il rispetto lo si guadagna sul campo ed i cittadini non sono più disposti a farsi prendere per i fondelli da amministratori che non sono altro che politicanti impreparati.
Così nasce una proposta dal pubblico che la Lega Nord fa propria: OBIEZIONE FISCALE.
I residenti delle vie Moneta, Golgi, Bovet e Berlinguer siano sollevati dall'obbligo di pagare l'ICI per l'anno 2008 a parziale riconoscimento di un disagio che hanno subito a causa dell'Amministrazione che ha dato l'agibilità, tramite il silenzio assenso, ad insediamenti ancora privi dei minimi requisiti di urbanizzazione degni di un paese che si possa definire civile.
La Via Moneta ha avuto l'illuminazione solo dopo i volantini e le interpellanze della Lega Nord ma questo non basta a dare respiro ai residenti che da troppo tempo vivono disagi che un Sindaco che non vive il paese neppure concepisce.
Ciliegina sulla torta sono i palazzoni in programma all'ingresso del paese. Quegli stessi palazzoni che quasi dieci anni fa la Lega definiva i grattacieli di Opera e che venivano smentiti dall'Amministrazione rosso-verde operese che, addirittura, minacciava di querela il Consigliere Ettore Fusco che portava avanti la battaglia contro i palazzoni.
Intanto il Piano di Lottizzazione passava, grazie alla Giunta Ramazzotti, e negli uffici vendita assicuravano che non sarebbero sorti palazzoni.
Oggi, finalmente, la verità viene a galla ed i cittadini vengono presi ancora una volta in giro da un'Amministrazione poco chiara.
La chicca della serata è stata l'intervento del Sindaco Ramazzotti che ha tentato di interrompere l'architetto che illustrava la zona quando, questo, è giunto sulla slide riguardante proprio le torri.
A quel punto è infatti intervenuto il primo cittadino che, tempestivamente, invitava l'architetto a tornare sulla piantina dell'area in questione per poterne discutere i cambiamenti. Ma i cittadini, certo non stupidi come Ramazzotti si sarebbe augurato, notando tale tentativo subdolo di distogliere l'attenzione dalle cose serie hanno incalzato la Giunta a riguardo.
La Lega Nord, che ha assunto una posizione ufficiale, non potendo intervenire sul piano di lottizzazione, fintanto che la Giunta Ramazzotti sarà in piedi, si batterà con i residenti per l'astensione dal pagamento dell'ICI per l'anno duemilaotto e per combattere la costruzione delle due torri che toglieranno il sole agli edifici già costruiti.
Tutto questo è accaduto nell'area dove un anno fa Alessandro Ramazzotti, Sindaco di Opera, tentava di imporre un campo nomadi. Quel campo per cui oggi Ettore Fusco, dopo la lotta popolare vinta insieme al Presidio per la legalità, è sotto processo per istigazione a delinquere.

FINALMENTE I LAMPIONI IN VIA MONETA… MA NON BASTA!

E’ già un passo avanti ma non restiamo certo immobili a guardare.

La posa dei lampioni sulla strada era colpevolmente in netto ritardo ed è vergognoso che l’Amministrazione si sia mossa solo dopo il volantino del Gruppo Consiliare di Ettore Fusco che ha denunciato lo stato di pericolo e degrado cui è lasciata la nostra via.
I lampioni sono un passo avanti ma ci sono ancora troppe lacune da colmare all’interno del complesso di Via Moneta:

· i vialetti che si inoltrano tra i palazzi sono completamente bui
· i giardini sono completamente al buio
· di agenti preposti alla sicurezza dei cittadini non ne passano
· la roggia che scorre accanto al viale d’accesso ai portoni è scoperta
· non ha la benché minima protezione
· permette a decine di topi e nutrie di inoltrarsi nei giardini e portoni


Queste sono le disfunzioni esteriori, quelle di cui l’Amministrazione deve interessarsi ed attivarsi nei confronti dell’azienda costruttrice affinché siano sollevati i cittadini operesi dal disagio che hanno vissuto ed ancora oggi vivono in un quartiere che, se non era urbanizzato a dovere, non doveva essere aperto.
Che il Sindaco intervenga ed eviti che, in occasione dei prossimi furti o di qualsiasi altro danno causato dalla scarsa illuminazione e dalla presenza della roggia a ridosso delle abitazioni, gli inquilini di Via Moneta debbano sporgere denuncia contro di lui per essersi sottratto al suo dovere istituzionale.

NIENTE SOLIDARIETA' AL SINDACO DI CITTADELLA DA QUELLO DI OPERA

Nel Consiglio Comunale del 27 novembre è stata votata in modo sfavorevole una mozione del Consigliere Fusco dove si esprimeva solidarietà al Sindaco del Comune padovano che è stato inquisito per avere posto tra i requisiti necessari alla richiesta di residenza, nel suo Comune, la dimostrabilità di un reddito pari almeno a cinquemila euro annui.
La sinistra operese ha considerato tale atto una forma di razzismo e pertanto ne ha condannato l'autore sentenziando già la colpevolezza del Sindaco Massimo Bitonci che la magistratura veneta (poichè operante in quella Regione) ha indagato per "ipotesi di usurpazione di pubblico ufficio".
A questo punto, visto che i poveri non possono essere considerati criminali (così hanno dichiarato dai banchi della maggioranza) e noi condividiamo questa affermazione, seppure con dei distinguo che ci differenziano dai "coglioni" di berlusconiana memoria, dobbiamo però rilevare che se un individuo non possiede reddito è probabile che delinqua per mantenersi, oppure gravi, nella migliore delle ipotesi, sulla collettività.
Essendo noi attenti al sociale proponiamo pertanto che l'amministrazione si prenda carico di tutti i cittadini residenti con un reddito annuo inferiore ai cinquemila euro e che tolga dai requisiti essenziali, per la richiesta della residenza, anche la fissa dimora.
Pretendere che un individuo abbia fissa dimora in un'abitazione che sappiamo essere costosa, anche se solo in affitto, nel nostro comune diventa, effettivamente, una discriminazione nei confronti dei più poveri che devono avere il diritto di vivere nelle baracche che preferiscono oppure sotto i ponti (questa del resto è una delle tante contraddizioni del Ramazzottipensiero).
Questa sinistra è davvero allo sbando, la miserabile finta politica buonista di salvaguardia dei ceti deboli, ma solo se immigrati, la sta portando a contraddizioni che rendono invisi ai cittadini quegli individui che pensano solo a fare gli interessi degli stranieri, con preferenza ai clandestini ed ai delinquenti, ed in particolare i propri. Ottimo esempio di Consigliere che predilige tanto il favoreggiamento dell'immigrazione (e non certo quella clandestina che sarebbe reato) è l'Assessore Borghi che ieri sera, in Consiglio Comunale, s'è affannato con il suo collega Matteo Armellono di rifondazione comunista ad elaborare tesi che ci riportavano indietro di oltre duecento anni per dimostrare quanto siano razzisti nei confronti dei poveri e dei clandestini "quelli della Lega".
Esempio di questo degrado politico, sociale e civile è l'assessorato ai servizi sociali di Opera dove gli assessori avvicendatisi in questi dieci anni di Giunta Ramazzotti sono sempre stati di rifondazione comunista e due su tre sono stati nominati dal partito esternamente al Consiglio Comunale. Persone non elette dal popolo, in pratica.
Su quello che sono stati capaci di fare lasciamo giudicare i cittadini che, speriamo, conoscano i propri amministratori e le attività svolte da loro e dai propri familiari.
Dal canto suo il capogruppo della maggioranza, Angelo Scaglione, entrando nel merito dell'ordinanza del Sindaco Bitonci ha sostenuto l'impossibilità di applicare una regola che tenga conto del reddito, altrimenti: "nel caso di evasori totali, cui magari il comune eroga anche contributi assistenziali, saremmo costretti a togliergli la residenza". Non sia mai (n.d.r.)!
A tanto arrivano i cattocomunisti operesi!

COMUNICATO STAMPA: NESSUNO TOCCHI BITONCI

Opera, 23 novembre 2007
Domenica mattina Opera sarà idealmente con il Sindaco Bitonci ed i suoi concittadini. Il primo cittadino di Cittadella è indagato per usurpazione di funzione pubblica.
Questo per avere fatto bene il mestiere di Amministratore Pubblico, predisponendo degli atti indispensabili alla sicurezza dei propri concittadini, senza violare alcuna legge del buonsenso. Dare la residenza solo a chi può dimostrare di potersi mantenere non può essere un reato ed il Sindaco del paese veneto non ha fatto altro che questo. Forse i solerti magistrati dovrebbero indagare chi permette ai diseredati di tutto il mondo di entrare in Italia e, non avendo mezzi per il proprio sostentamento, delinquono per mantenersi.
Lo stesso Ministro Amato sta studiando sistemi per arginare questo fenomeno ed è al vaglio delle istituzioni nazionali il nuovo pacchetto di competenze da dare proprio ai sindaci chiamati in prima persona alla battaglia per ridare sicurezza ai cittadini.
Eppure Bitonci riceve un avviso di garanzia per usurpazione di funzione pubblica!

A Opera, nel paese alle porte di Milano militarizzato per due mesi per cercare di insediare un campo nomadi non voluto dagli operesi, abbiamo imparato a lottare per fare valere i nostri diritti e per questa ragione alcuni di noi, colpiti dalla magistratura, ne pagheranno le conseguenze.
Ettore Fusco, il Capogruppo della Lega Nord al Consiglio Comunale, è quello che sta peggio. A gennaio inizia infatti il suo processo per istigazione a delinquere in quanto, secondo gli accusatori, il rogo delle tende che avrebbero dovuto accogliere il campo nomadi sarebbe stata la conseguenza del suo intervento, in aula consiliare, dinanzi alla folla inferocita contro il Sindaco di centro sinistra che il campo nomadi lo voleva a tutti i costi.

“Domenica mattina io sarò a Cittadella per manifestare al popolare Bitonci la solidarietà dei leghisti operesi e, soprattutto, la vicinanza ideale di un’intera comunità che rivede, nel sopruso che il primo cittadino veneto sta subendo, la stessa violenza riservata agli operesi calunniati ed infamati dai mass media nazionali.
Per quanto riguarda me, oltre alle menzogne sentite e lette in merito a quelle vicende, la persecuzione ha avuto uno strascico giudiziario e sta quindi proseguendo al fine di intimidirmi e mettermi in condizione di non svolgere il mio dovere di rappresentante popolare di una forza sempre più viva e vicina alla gente.
Nonostante questo sono vicino al Sindaco di Cittadella Massimo Bitonci, non ho alcun timore nell’esprimere tutta la mia solidarietà ad una persona a cui i propri concittadini hanno rinnovato in questi giorni, mediante migliaia di messaggi di solidarietà, la propria fiducia e che domenica tributeranno al loro Sindaco l’unica sentenza valida, quella del Popolo”.

INGLESE UCCISA

BORGHEZIO: CATTURATO IN GERMANIA, PERCHE' LI' CONTROLLI EFFICACI SUGLI STRANIERI
Intervenendo oggi a Bruxelles durante l'audizione del Commissario Frattini davanti alla Commissione Libertà Pubbliche, l'On. Borghezio ha sottolineato "la necessità di rafforzare le misure di controllo interno ai Paesi membri sugli stranieri in libera circolazione".
"La notizia della cattura di un pericolosissimo delinquente ivoriano - ha dichiarato l'On. Borghezio - ricercato in Italia per l'efferato delitto di Perugia una ragazza inglese, dimostra che in Germania - dove i controlli sugli stranieri sono severi ed efficaci - la polizia è in grado di assicurare alla giustizia quei criminali che, invece, nei Paesi buonisti come l'Italia sfuggono facilmente alle ricerche e possono delinquere e poi dileguarsi in tutta tranquillità".
On. Mario Borghezio
Capo Delegazione Lega Nord al Parlamento Europeo

COMUNICATO STAMPA: 400 FIRME PER LA SICUREZZA

Tanti sono stati gli operesi che hanno sottoscritto le proposte dei militanti leghisti al gazebo di questa mattina dove si potevano firmare due petizioni portate avanti dai lumbard.
La prima, quella prettamente locale contro l'inceneritore a confine tra Opera, Milano e Rozzano, era il proseguimento di un iniziativa avviata a fine luglio dai cittadini di Opera Sicura mentre la seconda, effettuata a livello nazionale nei gazebo che la Lega Nord ha organizzato in tutta la Padania, consisteva in una petizione popolare a favore della proposta di chiudere le frontiere per cinque anni in modo tale da arginare la forte immigrazione in atto da quando sono state aperte le porte ai paesi dell'est.
Se l'immigrazione clandestina è sempre stata forte, per le blande politiche al riguardo, si è giunti al livello intollerabile odierno proprio dopo l'arrivo di migliaia di cittadini dall'Europa dell'est che hanno acuito eccessivamente il livello di criminalità.
Del resto, nazioni come la Romania, all'ingresso nella Comunità Europea del loro paese hanno festeggiato graziando i propri detenuti, con una sorta del nostro indulto, invitandoli a lasciare il paese. Essendo l'Italia l'unico stato appetibile che non ha prorogato il libero accesso dai paesi dell'est, con una moratoria, si sono tutti riversati nel "bel paese". Il paradiso del delinquente.
Al gazebo dei lumbard era presente l'On. Parlamentare Europeo Mario Borghezio accolto calorosamente dagli operesi che ancora ne ricordano l'impegno dell'inverno scorso quando fece il possibile, accanto ai presidianti operesi che non volevano il campo rom, e vinse con i cittadini di Opera la battaglia per la legalità evitando di consegnare il nostro paese alla logica dei campi nomadi.
L'Europarlamentare ha presentato ai cittadini la nuova rivista "Idee per l'Europa dei popoli" disponibile presso la Sezione locale del Carroccio.

COMUNICATO STAMPA: NO ALLA FANTAPOLITICA

Opera, 16 novembre 2007
La Lega Nord ed Ettore Fusco prendono le distanze dalle asserzioni apparse su un quotidiano nazionale in merito allo stato di avanzamento della campagna elettorale per Opera dove a maggio si voterà per rinnovare il Consiglio Comunale ed il Sindaco.
Ettore Fusco, secondo il giornalista, sarebbe un papabile candidato Sindaco per il centrodestra, e di questo dobbiamo dare atto che è opinione diffusa che cosi possa essere ma, ad oggi, il Carroccio non ha fatto ancora alcuna scelta in merito alla candidatura o meno di un proprio esponente alla guida del centrodestra nelle elezioni prossime a venire.
Se Ettore Fusco è attualmente l’operese più in vista non è comunque merito del Presidio anti rom, come afferma il quotidiano. Il Capogruppo leghista ha di fatto conquistato sempre più popolarità nel suo paese grazie all’impegno profuso quotidianamente per i suoi concittadini e le molte battaglie svolte da quando milita nel movimento di Bossi.
Il Consigliere Comunale Ettore Fusco è, infatti, da dieci anni leader indiscusso dell’opposizione e con la vicenda dell’incendio del campo nomadi in allestimento ed il successivo presidio cittadino per ostacolarne la permanenza in paese ha semplicemente aumentato la sua popolarità fuori dai confini cittadini ed ha guadagnato un processo per istigazione a delinquere che ne condizionerà certamente il futuro, sia di uomo libero che di esponente politico.
Per eventuali candidature c’è ancora tempo e devono, tassativamente, essere richieste dal popolo cui noi affidiamo le sorti di Opera. La Lega Nord sta intessendo un discorso di collaborazione con i berlusconiani operesi che, mai come quest’anno, ci appaiono assolutamente compatti contrariamente alle affermazioni qualunquiste da scoop giornalistico.
La presenza di Mario Borghezio a Opera, domenica mattina ore 10 presso il gazebo padano, non rappresenta il lancio della campagna elettorale, che per noi non ha mai inizio né fine, ma bensì un ritorno gradito nel paese cui l’Europarlamentare ha dato, in occasione della vicenda rom, un contributo molto apprezzato dagli operesi.
Ufficio Stampa Lega Nord per l’indipendenza della Padania - Opera

COMUNICATO STAMPA: L’ON. MARIO BORGHEZIO A OPERA DOMENICA 18 NOVEMBRE

Opera, 15 novembre 2007
Domenica 18 torna a Opera l’Onorevole Parlamentare Europeo Mario Borghezio che nella cittadina del sud milano dove è stata sconfitta la prepotenza delle istituzioni, rifiutando l’imposizione un campo nomadi voluto dal Sindaco milanese Letizia Moratti, dalla Caritas meneghina nella persona di Don Colmegna, dal Presidente della Povincia Filippo Penati, dal Prefetto del capoluogo lombardo Gian Valerio Lombardi e dal Sindaco di Opera Alessandro Ramazzotti, ha portato avanti fianco a fianco dei presidianti locali una lunga battaglia che ha fatto scuola in tutta Italia aprendo gli occhi alla gente onesta stanca di essere sopraffatta per interessi incomprensibili.
Domenica sotto il gazebo della Lega Nord si raccoglieranno le firme per dire STOP IMMIGRAZIONE e chiedere la chiusura delle frontiere per cinque anni.
L’Europarlamentare avrà modo di presentare ai cittadini il primo numero della rivista “Idee per l’Europa dei Popoli” a cura dell’omonima Associazione da lui presieduta.
Ettore Fusco con i militanti della Lega Nord e di Opera Sicura raccoglieranno, anche, le firme per chiudere e consegnare alle istituzioni la petizione contro l’inceneritore annunciato vicino al carcere operese al confine con Milano.
Una mattinata molto intensa che avrà inizio alle ore 10,00 con l’arrivo dell’Onorevole e la presentazione della rivista federalista, molto densa di contenuti, per poi proseguire con le petizioni annunciate e la distribuzione del materiale predisposto alla sensibilizzare dei cittadini per affrontare i problemi dell’immigrazione e del mal governo del Presidente del Consiglio Romano Prodi.

BORGHEZIO A OPERA DOMENICA 18 NOVEMBRE


In occasione del gazebo di DOMENICA 18 NOVEMBRE in Via Dante vicino al Municipio alle ore 10.00 si terrà la presentazione a Opera della rivista IDEE PER L'EUROPA DEI POPOLI.

L'On. Mario Borghezio, Parlamentare Europeo, torna dagli operesi per cui si è battuto, a fianco dei presidianti, in occasione della battaglia contro l'insediamento di un campo nomadi.

Lo aspettiamo per un gradito saluto alle ore 10.00 presso il gazebo della Lega Nord in Via Dante alla fermata del Bus vicino al Municipio.

Al gazebo sarà possibile firmare le petizioni popolari:

  • STOP IMMIGRAZIONE frontiere chiuse per 5 anni
  • NO INCENERITORE e mostri ecologici a Opera

Altro su: http://presidiodiopera.blogspot.com/2007/11/mario-borghezio-opera-domenica-18.html

VOCI DALLA RISERVA

Secondo i dati ISTAT resi noti a fine ottobre gli stranieri regolari in Italia sono aumentati nell’ultimo anno del 21,6% raggiungendo quota 3 milioni e 700.000. Di questi oltre 1 milione sono in Lombardia e ben il 33,7% del totale sono stanziati nel nord-ovest. A questi si aggiungono centinaia di migliaia di clandestini che nessuno può quantificare in modo attendibile, solo i rom potrebbero già essere 150,000 e continuano ad aumentare. Di pari passo cresce l’allarme sociale, la criminalità, l’insicurezza, l’impotenza delle istituzioni. E la popolazione carceraria è costituita per il 60% da stranieri.
Di fronte a questa emergenza il governo di Roma, dopo mille rinvii e distinguo, ha risposto con cinque Disegni di Legge che dovrebbero stabilire fra le altre cose anche i poteri dei sindaci e norme sulle espulsioni dei cittadini comunitari da parte dei Prefetti. Ma oltre alla fumosità di questi provvedimenti ciò che lascia allibiti è la scelta di procedere col Disegno dL, cioè con un provvedimento che deve passare all’esame delle due Camere, esposto alle imboscate e alle valanghe di emendamenti che certamente la sinistra radicale non mancherà di presentare.
Ed è allora fin troppo facile prevedere che il testo di legge arriverà al termine dell’iter parlamentare completamente stravolto, con tempi lunghissimi e quindi con efficacia tutta da stabilire. Molto più logico sarebbe stato il ricorso al Decreto Legge, ovvero ad un provvedimento immediatamente in vigore da convertire in legge entro 60 giorni. In Italia si governa per Decreto ad ogni occasione nonostante i ripetuti richiami della Corte Costituzionale a non abusare di tale strumento, ma in questo caso dove l’emergenza e l’urgenza sono palesi, l’ignavia del Governo si è manifestata in tutta la sua grossolanità.
Ci sono voluti i tragici fatti di Tor di Quinto a Roma per assistere ad una patetica retromarcia con l’immediata emanazione di un Decreto per il potere di espulsione da conferire ai Prefetti, senza per altro che sia possibile sapere se poi questi avranno o meno i mezzi finanziari per mettere materialmente su un aereo le persone da espellere o se ci si dovrà limitare ad un ridicolo foglio di via.
I fatti sono questi e non inducono a facili ottimismi, ma l’ipocrisia buonista del Governo delle sinistre non deve indebolire la nostra volontà di reazione, la voglia di riprenderci il nostro territorio, di ridare alla Lombardia e a tutta la Padania l’orgoglio della propria identità.
Gli Indiani d’America non sono riusciti a fermare l’invasione e ora vivono nelle riserve. Non dimentichiamo mai quella lezione.
Sandro Maj (POASCO)

I MORTI A MILANO CONTANO MENO DI QUELLI NELLA CAPITALE?

RAPINA IN CASA, MEDICO MUORE SOFFOCATO.
La vittima aveva 64 anni. Viveva al settimo piano di un palazzo vicino alla Fiera. Almeno 3 banditi, forse dell'Est
MILANO
- Un medico di 64 anni, Marzio Colturani, ginecologo in pensione, è morto la scorsa notte a Milano durante una rapina nella sua abitazione. Una rapina che si è trasformata in tragedia. È accaduto nei pressi della Fiera di Milano in una lussuosa abitazione al settimo piano di un palazzo in via Comerio 3, a pochi passi dal comando dei carabinieri. L'uomo viveva con il figlio trentenne.
SOFFOCATO - Secondo le prime ricostruzioni, nell'appartamento si sarebbero introdotti almeno tre banditi, forse anche quattro, probabilmente dell'Est europeo, a giudicare dall'accento e dalla testimonianza del figlio. I banditi avrebbero immobilizzato padre e figlio, imbavagliati con del nastro adesivo da pacchi e con il corpo avvolto da una coperta o un lenzuolo. Quando il figlio è riuscito a liberarsi, dopo che i banditi aveva lasciato la casa, ha visto che il padre, già malato, respirava a fatica. L'uomo sarebbe morto poco dopo, probabilmente proprio a causa dell'imbavagliamento. Inutile la chiamata al 118: quando sono arrivati i soccorsi era già morto.
NESSUNA EFFRAZIONE - I banditi sono entrati in casa poco dopo le tre di notte; forse con una chiave, visto che non c'è stata effrazione. Hanno sorpreso nel sonno il figlio della vittima, Luca, farmacista trentenne, lo hanno colpito con un pugno e immobilizzato e imbavagliato nella sua stanza. Poi sono entrati nella stanza del padre, che è vedovo, lo hanno immobilizzato e imbavagliato con del nastro adesivo e hanno svaligiato la casa portando via quadri, gioielli e soldi da una cassaforte. Il ginecologo aveva un altro figlio, Matteo, 34 anni, giornalista televisivo, che vive a Sesto Calende.
Il nostro punto di vista:
Un'altra vittima dell'efferata violenza dei delinquenti dell'Est Europa che viene trattata come normale notizia di cronaca nera. Eppure pochi giorni fa l'Italia si è emozionata ed indignata per l'omicidio romano di Tor di Quinto.
Tanti proclami da parte delle istituzioni e dei politici, tante belle parole alla TV, mentre oggi l'ultimo delitto, l'ennesimo, passa sotto silenzio. Forse a nessuno importa di un medico milanese morto nella sua abitazione, forse fa meno clamore l'omicidio di un ginecologo meneghino rispetto a quello di una giovane donna con una bella storia d'amore con un ufficiale dell'Esercito (nessuno ce ne voglia per questo parallelo, non siamo noi a fare distinguo tra le vittime dei macellai dell'est).
Forse non vivere nella città di Veltroni fa si che nessun politico, ad esempio Fini (giusto per non fare nomi), vada in visita alla città dicendo "non bisogna strumentalizzare" mentre sputa sentenze incolpando proprio quel Veltroni Sindaco della sua Roma ed il Veltroni neo leader del Partito Democratico. Un bersaglio appetito per i politici del centro destra.
E senza i riflettori puntati diventa poco interessante e producente fingersi dalla parte del cittadino, diventa inutile. Con questo modo di intendere la politica siamo di fronte all'ennesima sconfitta di uno Stato che dimostra ogni giorno tutte le sue brutture.
Ciascuno si preoccupa del suo cadreghino e finge coinvolgimento solo per quelle distorsioni della società che possano dare ulteriore notorietà, tramite giornali e televisioni, fregandosene poi di qualsiasi altra cosa che i mass media non amplifichino mettendola sulla bocca di tutti.

L’UDC SALVA IL GOVERNO

L’assenza in Aula di cinque senatori ex democristiani ha permesso all’Unione di galleggiare.
Bocciato per due voti l’emendamento taglia-ministri di Calderoli: Palazzo Chigi evita la crisi
L’Udc salva il Governo Prodi. Nel giorno in cui sarebbe andato sotto, su un emendamento politicamente pesantissimo, quello sul taglio dei ministri a partire dal prossimo 1° gennaio, l’Esecutivo è stato salvato da cinque assenze provvidenziali e decisive nell’opposizione: quelle di quattro... ...senatori Udc, ovvero Rocco Buttiglione, Antonio De Poli, Nedo Poli e Calogero Mannino, e di un senatore ex Udc ora nella Nuova Dc, Mauro Cutrufo. Tutti assenti nella votazione chiave, in cui la maggioranza ha prevalso per soli 2 voti, scongiurando una caduta che avrebbe aperto la crisi.
Il tema, come detto, era quello del taglio dei ministri e dei sottosegretari, da attuare fin da subito se fosse passato questo emendamento presentato dal solito Roberto Calderoli: un emendamento al curaro per l’Unione, visto che un rimpasto per eliminare 40 poltrone delle attuali 102 sarebbe oggettivamente impossibile per questa traballante maggioranza e l’approvazione di un simile emendamento si sarebbe pertanto tradotta in una crisi immediata. Invece niente. Senza i voti dei cinque senatori ex democristiani l’opposizione non ha potuto far passare la proposta Calderoli e la maggioranza si è salvata come sempre per il rotto della cuffia. Ma con una differenza. Finora a tenere a galla l’Esecutivo al Senato erano stati i voti dei senatori a vita e quelli degli eterni scontenti della sinistra, della Svp e dei vari ’dissidenti’, come Rossi, Turigliatto, Pallaro, Fischella e Dini. Questa volta, invece, a salvare Palazzo Chigi è stata l’assenza di un blocco di senatori di un partito dell’opposizone, l’Udc. Ovviamente dalla sede di via Due Macelli hanno precisato stizziti che si trattava di assenze giustificate: Buttiglione era all’ospedale per una visita oculistica, Mannino a Palermo per un processo, De Poli e Poli imbottigliati nel traffico del centro di Roma dopo aver partecipato ad una riunione di partito (!!!) e pertanto, ha spiegato l’ufficio stampa Udc, «hanno ritardato soltanto il tempo di percorrere a piedi la strada necessaria per recarsi in aula». Casualità? Sfortunate coincidenze? In realtà mentre i quattro senatori mancavano all’appello alcuni loro colleghi di partito ricollocavano l’Udc nella solita posizione di frontiera tra i due schieramenti. E così prima il segretario Lorenzo Cesa apriva all’invito al dialogo sulle riforme lanciato da Walter Veltroni («Siamo pronti») e a seguire il vicecapogruppo alla Camera, Maurizio Ronconi, sentenziava che la Cdl «è al capolinea ed è sotto gli occhi di tutti». Alla faccia della casualità! Casualità e coincidenze cui non credono in molti.

SIAMO TUTTI ITALIANI...

Sventolano i tricolori sulle strade tirati fuori dalla muffa per l'occasione; rimettono in piedi i carrarmati di El Alamein (un M15/42 per esempio) spedendoli sulle strade (a disposizione di chi vorrà farci un giro); almeno questo è quello che vedo qui nei paesi e città limitrofi, da dieci anni in un crescendo rossiniano tornano puntuali i rigurgiti di fierezza italica con la nefasta data del 4 novembre, ribattezzata festa delle forze armate, dell'unità nazionale e di chissà cos'altro.L'anno scorso Napolitano mise in guardia da "conati di secessione", ma sarebbe meglio farlo dai diseducativi e antistorici conati di nazionalismo italiano da operetta di questi giorni e che ai tempi condussero ad una delle sciagure più grandi degli ultimi secoli.È quanto meno di cattivo gusto, se non sadico, festeggiare ed esultare per 650.000 morti, un milioni di feriti e 600.000 dispersi: questo il frutto (per la cosiddetta italia) di quella prima (di due) infausta guerra civile europea che fu la WW1.A proposito ci fu un tale che parlando delle "radiose giornate di maggio" e del 4 novembre disse: "è l'Italia che raggiunge la sua unità e pone il sigillo del patto compiuto al travaglio di molti secoli". Lui si chiamava Benito, ma parlava come (o forse addirittura più moderato) oggi parlano durante queste ricorrenze i sindaci infiocchettati di tricolore o le alte cariche dello stato che mettono in guardia da certi conati. E magari sono quelli che poi alle riunioni di partito si rendono protagonisti di dissertazioni su Turati: il problema è che quando il milanese era l'unico a parlare contro la guerra in un parlamento sotto il ricatto della Corona e della piazza aizzata ad arte in quel lontano 1915, loro sarebbero stati sicuramente dall'altra parte.I "democratici" odierni con tanto di tricolori, carrarmati estratti dalla naftalina e saluti militari stanno bene in compagnia di sciamannati quali i Vittorio Emanuele, i Sonnino, gli Albertini, i Salandra, i Cadorna, i Mussolini del tanto italico "armiamoci e partite". I protagonisti prima dello sciagurato golpe di aprile-maggio 1915 (una delle pagine più vergognose dell'italia sabauda, e oggi ci sono pure un sacco di vie dedicate a quel mese) e poi responsabili diretti della morte e assassinio di centinaia di migliaia di persone mandate al macello per interessi di pochi e per cose delle quali alla maggior parte non interessava nulla.Su 5.038.809 arruolati i volontari sono stati solo 8.000, a fronte di 325.527 denunciati, 101.665 condannati per diserzione, 2.022 per passaggio al nemico, e 160.000 di renitenti. I condannati a morte sono stati 4.028, i morti in totale 650.000. Eh già, c'è proprio da festeggiare: ipocriti senza alcun rispetto della gente mandata a morire da personaggi che la storia ha condannato senza appelli.
(tratto da http://www.politicaonline.net/ ) Fabrizio Dalcerri

DOPO LA VENDETTA DEI DIECI INCAPPUCCIATI A ROMA CHE HANNO AGGREDITO UN GRUPPO DI RUMENI

Visto che il governo non seleziona, separando dagli italiani, gli immigrati onesti da quelli disonesti, quelli che lavorano dai disoccupati, quelli in regola dai clandestini, i papponi dai padri di famiglia, gli spacciatori dai nostri figli, gli stupratori dalle nostre mogli, i ladri dalle nostre case, gli assassini da tutti noi, credo che in questo modo abbia AUTORIZZATO GLI AUTORI DEL RAID A COMMETTERLO.
Se il governo non ci protegge c'è il rischio che qualcuno comincia a pensare che bisogna farlo da soli, si doveva aspettare "la morta" per prendere qualche misura restrittiva? mi sembra palese che sarebbe bastato un serio controllo all'ingresso nel paese per limitare almeno questo continuo afflusso di delinquenza, invece è stato permesso che i paesi neocomunitari svuotassero le loro carceri incentivando il loro trasferimento nel "bel paese".
Fabrizio Dalcerri

MANDIAMO A CASA PRODI.

LA LEGA OPERESE TORNA IN PIAZZA
IL 18 NOVEMBRE 2007
DALLE ORE 10.00 ALLE 13.00
CON IL GAZEBO BIANCO
IN VIA DANTE VICINO AL COMUNE
PRESSO IL GAZEBO SARA' ANCORA POSSIBILE FIRMARE
CONTRO L'INCENERITORE A OPERA

PARLIAMO DI ROM al centro identitario Bassano

Martedì 30 Ottobre

INCONTRO PUBBLICO CON L’ASSESSORE REGIONALE

Davide
Boni


TI ASPETTIAMO !

CENTRO IDENTITARIO BASSANO DEL GRAPPA
VIA BASSANO DEL GRAPPA 32 - MILANO
MM LORETO/TURRO/ROVERETO
BUS 56/62

I DIECI COMANDAMENTI DELLA LEGA NORD.

Dieci Comandamenti per un miracolo... Governare Opera per gli operesi. Senza altri interessi che non siano l'attaccamento alla propria terra ed ai propri concittadini.

Noi della Lega Nord siamo gente del Popolo che non ha bisogno di presentazioni, sapete tutto di quel che facciamo e di cosa siamo stati capaci di ottenere in dieci anni di opposizione alla sinistra truffaldina che ha governato Opera per sessant'anni. Dopo tanto tempo al potere è ovvio che si incancrenisca il sistema mafioso locale formato da una fitta ragnatela di rapporti clientelari da cui dobbiamo salvare questo Paese.

Liberiamo Opera. Con noi lo facciano tutti quelli che non hanno interessi illegittimi, lo facciano coloro che rappresentano la maggioranza sana dei cittadini operesi insieme ai loro uomini e donne, eroi popolari, quelli della Lega Nord!

Quando leggerete i nomi dei candidati al Consiglio Comunale ed alla carica di Sindaco, delle varie liste che si presenteranno alla elezioni, chiedetegli: "Ma voi dove siete stati in tutti questi anni? Perchè vi interessate di Opera solo oggi, alla vigilia delle elezioni?"

Non esitate a chiedere che siano rispettate le prerogative proprie di ogni elettore. In primis, essere rispettati dagli eletti (ed anche dai candidati ad esserlo) senza essere presi in giro da gente che chiede il voto e sparisce!

  1. GOVERNO DI OPERA NELL'INTERESSE ESCLUSIVO DEGLI OPERESI.
  2. TRASPARENZA E LEGALITA' DELL'AMMINISTRAZIONE PUBBLICA.
  3. SPINTA AUTONOMISTA IN DIREZIONE DELL'AUTOGOVERNO.
  4. SICUREZZA GARANTITA DA FORZE DELL'ORDINE EFFICIENTI.
  5. RISPETTO DELLE LEGGI IN OGNI ASPETTO DELLA VITA PUBBLICA.
  6. SALVAGUARDIA DEL DIRITTO ALLA CASA.
  7. PROMOZIONE DELLO SPORT E DELL'ASSOCIAZIONISMO.
  8. RETE VIARIA E MOBILITA' GARANTITA IN OGNI DIREZIONE.
  9. TUTELA DELL'AMBIENTE, PARCHI E PISTE CICLABILI.
  10. EDUCAZIONE CIVICA DEI CITTADINI E SENSO DI APPARTENENZA.

Se la Lega Nord vincerà le prossime elezioni amministrative questi dieci comandamenti, debitamente arricchiti delle esigenze della gente e dalle richieste del popolo, diventeranno il programma di Governo che, con l'aiuto dei cittadini, porterà alla trasformazione di Opera rendendola una Città di primo piano a livello nazionale. Il coraggio degli amministratori operesi renderà giustizia a tutti quei cittadini che si sentono vittime delle istituzioni pubbliche. La dedizione del Governo operese condurrà il Paese ad un livello di giustizia sociale che diverrà esempio per gli altri comuni d'Italia.

NAZISTI ROSSI: LA LEGGE LEVI - PRODI E LA FINE DELLA RETE

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet.
Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete. Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile. Il 99% chiuderebbe. Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”. Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
"Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia. Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico" questo è il commento di Beppe Grillo, un comico che con il suo Blog sta uccidendo la classe politica italiana, ma noi che siamo semplici cittadini, comitati, associazioni, volontari, religiosi, sportivi e chi più ne ha più ne metta... che fine faremo? imbavagliate vittime sacrificali all'altare della libertà di pensiero svanita nel nulla?
Ps: Chi volesse esprimere la propria opinione a Ricardo Franco Levi, prima che sia troppo tardi e diventi reato anche inviare e-mail, può scrivergli a: levi_r@camera.it

CI SONO VOLUTI ANNI DI DURE BATTAGLIE DELLA LEGA NORD PER OTTENERE UNA GRANDE OPERA PUBBLICA IN PADANIA

La Corte dei Conti ha "registrato" le convenzioni per la realizzazione della Brebemi (l'autostrada direttissima Brescia-Bergamo-Milano) e del Sistema viabilistico Pedemontano (Bergamo-Malpensa più le tangenziali di Como e Varese).
Ne ha dato l'annuncio il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. ''Dopo i passaggi al Cipe e alle Commissioni parlamentari e ora con il via libera ufficiale e definitivo della Corte dei Conti, - ha commentato Formigoni - si conclude con pieno successo l'iter di queste grandi opere strategiche per la Lombardia. Completamente smentite le Cassandre che nascondevano dietro i loro pretestuosi vaticini la volontà tutta ideologica di mettere i bastoni fra le ruote a infrastrutture fondamentali per i cittadini e per le imprese. Le opere si faranno, come vuole Regione Lombardia, nei tempi previsti''.
In particolare, secondo il governatore lombardo, è stato smentito chi sosteneva che la realizzazione della Brebemi comportasse extra-costi (per le opere di mitigazione ambientale e di raccordo con la viabilità locale, chieste dai sindaci) superiori al limite del 50%.
"Un grande successo della Lombardia e della Lega che da anni lotta per dare alla nostra Regione quelle infrastrutture indispensabili per lo sviluppo dell'intera Padania". Questo il commento del consigliere regionale leghista Fabrizio Cecchetti al sì della Corte dei Conti sulla Brebemi (la direttissima Brescia-Bergamo-Milano) e sul Sistema viabilistico Pedemontano (Bergamo-Malpensa più le tangenziali di Como e Varese). "Finalmente - continua Cecchetti - sono stati superati tutti i cavilli burocratici che per anni hanno fermato l'approvazione di un asse autostradale strategico che permetterà un miglior collegamento tra le città lombarde accorciando così i tempi di percorrenza come provato dalla recente apertura della quarta corsia della A4".
Una grande vittoria per la Lega "che - spiega Cecchetti - si è semprebattuta per rendere realmente europea la nostra Regione anche a livello infrastrutturale e che partendo dai consigli comunali, passando per Provincie, Pirellone e Parlamento, ha battagliato riuscendo a portare a casa un grande successo malgrado importanti parti della maggioranza di Governo come Comunisti e Verdi si siano sempre dichiarate contrarie alle richieste lombarde".
''Per Brebemi avremo il progetto definitivo nel febbraio 2008 e l'apertura dei cantieri il 14 giugno 2009. Per la Pedemontana, sempre a febbraio 2008 la progettazione definitiva del tratta Dalmine-Cermenate e in giugno del resto del sistema. E il 10 marzo 2010 apriremo i cantieri''.
"Vinta questa battaglia quindi, i nostri rappresentanti al pirellone possono dedicarsi alla difesa di Malpensa, altro cardine delle infrastrutture lombarde e padane che Roma intende affossare per difendere la "casta" romana che fa capo a Fiumicino e Alitalia".
Fabrizio Dalcerri

COME FARE RICORSO ALLE MULTE DEI T-RED A FIZZONASCO

Comunichiamo che gli avvocati Chiusolo e Marino, presenti all'incontro pubblico di Fizzonasco, organizzato dalla Lega Nord pievese, stanno preparando le bozze da utilizzare per il ricorso. Sarà nostra premura pubblicarle appena disponibili.
Per i casi particolari, quindi per chi ha più multe e problematiche per la sospensione della patente o la decurtazione di molti punti dalla stessa, gli avvocati sono a disposizione, ad un prezzo politico, per un ricorso personalizzato.
Stesso discorso vale per i cittadini che hanno ricevuto multe ove il semaforo non è ben visibile nei rilevamenti fotografici, ecc.
STUDIO LEGALE CORSO CAVOUR, 9 - 27100 PAVIA Tel. 0382/35225 fax 0382/306148
AVV.BERNARDO MARINO cell:+39 3939393939 E-mail: mailto:studio@avvocatomarino.com
DOTT.SERENA CHIUSOLO cell:+39 3384073161 E-mail: serenachiusolo@libero.it
Dalla prossima settimana sapremo anche come agire tramite la Federconsumatori, anch'essa presente all'incontro pubblico di domenica sera.
Il Comunicato sui ricorsi di Opera Sicura:

IN 500 A FIZZONASCO CONTRO LE MULTE.

Tanti erano i cittadini presenti all'incontro pubblico organizzato dalla Lega Nord pievese di Pierpaolo Antonelli per mettere a confronto i cittadini con il Sindaco Rocco Pinto ed il Comandante della Polizia Locale Boselli che hanno sudato sette camicie per sostenere le proprie tesi dinnanzi alla folla inferocita dal metodo con cui le multe sono state date.
Da circa un mese sono entrate in funzione, nella frazione pievese che separa il centro da Rozzano, alcune telecamere, le oramai famose T-red, che sparano multe a raffica. Si tratta infatti di migliaia di infrazioni già notificate agli interessati che, nei casi più eclatanti, si sono trovati fino a otto multe in un mese.
Indiscutibilmente le ragioni della gente sono piuttosto reali ed evidenti, non si arriva a fine mese la più eloquente, ed il neoeletto Sindaco della CdL si permette di risanare le casse comunali con il sistema più odioso, le telecamere ai semafori. Il problema non è tanto l'essere passati con il rosso ed aver preso la multa ma il trabocchetto ordito a danno del cittadino cui non resta il tempo di sgombrare l'incrocio nel momento in cui diviene arancione il semaforo.
Questo per la rapidità con cui scatta il rosso e quindi la fatidica foto. Lo stesso scatto avviene troppo presto, praticamente contestualmente al passaggio da arancione a rosso, non dando il benchè minimo tempo all'automobilista passato con l'arancione di lasciare libero l'incrocio.
Sindaco e Comandante si sono tirati addosso le ire dei cittadini quando, a più riprese, hanno cercato di sostenere la causa della legittimità dei semafori. Motivazioni, le loro, contestate però dagli avvocati convocati dal responsabile leghista, organizzatore della serata, e dal rappresentante della Federconsumatori che hanno dato più di una buona ragione al Sindaco ed al Comandante di Polizia Locale di fare un atto di ritiro delle multe per vizi legati al cattivo funzionamento semaforico.
Naturalmente i cittadini vanno educati a comportamenti virtuosi e sicuri per se stessi ed anche per gli altri ma questo non giustifica tante multe, con sei punti di penalizzazione a contravvenzione, a persone che si trovano a spendere oltre uno stipendio ed a salutare la propria patente martoriata dalle sanzioni con le conseguenze intuibili per i pendolari che devono recarsi al lavoro in zone mal servite dagli autobus.
A Rocco Pinto, Sindaco di Pieve, ed al suo Comandante di PL diamo un suggerimento anche noi operesi tra cui vi sono molte vittime dei semafori killer: "Ritirate i provvedimenti sanzionatori per dimostrare che con questo sistema si volevano educare i cittadini e non, invece, sanare le casse colabrodo dell'Amministrazione pievese.
Dimostrate loro che quando ci si sbaglia lo si può anche ammettere. Sospendete l'utilizzo delle T-red riprogrammandole con tempi più idonei a non essere strumento estorsivo ma educativo e sanzionatorio di infrazioni reali. Più tempo per l'arancione e scatto della foto ritardato di almeno un secondo dal passaggio dall'arancione al rosso.
I cittadini saranno sicuramente grati ad un'Amministrazione attenta ad una problematica molto sentita soprattutto da quelle famiglie che con milleduecento euro al mese ci devono vivere e non possono pagare sei multe perdendo anche la possibilità di andare a lavorare con la macchina a causa della patente folgorata a suon di sei punti ad infrazione.
La Lega Nord operese è con i colleghi pievesi che hanno svolto un ottimo lavoro mettendo a confronto i cittadini con le istituzioni e portando a conoscenza della popolazione multata le possibilità loro consentite dalla legge per porre un rimedio al danno in essere.
Gli avvocati sono stati gettonatissimi e da oggi partono i ricorsi secondo le modalità prospettate in aula."
Speriamo non si debbano vivere le stesse tensioni anche a Opera dove la maggioranza di sinistra ha appena votato il regolamento delle telecamere che noi della Lega Nord abbiamo osteggiato proprio poiché temiamo che sia interesse di Ramazzotti utilizzare un sistema in voga in molti comuni: fare cassa con le multe per sanare gli sprechi dell'Amministrazione.
Il comunicato stampa del Gruppo Consiliare:

COOPERATIVE, NESSUNO PAGHI… e nessuno pagò

A QUANTO PARE SOLO UNA CINQUANTINA DI INQUILINI HANNO DECISO DI ADERIRE ALLE RICHIESTE DEL SINDACO IN MERITO ALLA TRASFORMAZIONE DEL DIRITTO DI SUPERFICIE IN PROPRIETA'.
SIAMO SODDISFATTI DI QUANTO I CITTADINI ABBIANO SAPUTO FARE IN PIENA AUTONOMIA DIMOSTRANDO AL SINDACO RAMAZZOTTI ED ALLA SUA GIUNTA, MATURATA NEI PRIMI CINQUE ANNI DI GOVERNO E' MARCITA IN QUESTA FASE FINALE, CHE GLI OPERESI NON SONO STOLTI E CIECAMENTE OBBEDIENTI AGLI ORDINI DEL PARTITO.
SONO FINITI I RICATTI CLIENTELARI DEL FAVORITISMO IN CAMBIO DELL’IRRAGIONEVOLE REMISSIVITÀ ED ANCORA UNA VOLTA RAMAZZOTTI E LA SUA GIUNTA AVARIATA NE HANNO FATTO LE SPESE.
A STENTO UNA CINQUANTINA DI OPERESI HANNO ADERITO ALLA PROPOSTA DEL COMUNE, ALLE TARIFFE DA LORO STABILITE, DOPO LA RIDUZIONE DEL CINQUANTA PER CENTO ARRIVATA SOLO IN SEGUITO ALLA PERVICACIA DEI CITTADINI CHE NON HANNO MOLLATO NEPPURE DAVANTI ALL’INTRANSIGENZA DEL SINDACO E DELLA SUA GIUNTA.
CINQUANTA OPERESI TRA CUI, MOLTO PROBABILMENTE, IL VICESINDACO, UN PAIO DI CONSIGLIERI COMUNALI, UN PAIO DI INTIMI AMICI DELL’ASSESSORE ED ALCUNI LORO LACCHE'. AI POCHI NON INTERESSATI DALLA QUESTIONE POLITICA DICIAMO DI RECEDERE DALL’ADESIONE NON VINCOLANTE GIA' CONSEGNATA IN COMUNE, E' MEGLIO PER LORO.
NATURALMENTE OGNI PROMESSA E' DEBITO E NOI DELLA LEGA NORD RICORDIAMO BENISSIMO QUELLA FATTA POCHI MESI FA QUANDO VI INVITAVAMO A NON ADERIRE ALL’OFFERTA. SIA LA PRIMA, QUELLA FOLLE, CHE LA SECONDA CON TANTO DI RIDUZIONE.
LA GIUNTA OPERESE E' NEI GUAI E VOI LE AVETE DATO IL COLPO DI GRAZIA FACENDOLE MANCARE I SEICENTOMILA EURO GIA' MESSI A BILANCIO, NECESSARI AGLI SPERPERI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE, ED INDISPENSABILI A CONQUISTARSI I TRADIZIONALI VOTI DI SCAMBIO.
GRAZIE A QUESTA FORTE DETERMINAZIONE DEGLI OPERESI, CHE IN QUEST’ULTIMA STAGIONE HANNO DIMOSTRATO DI POSSEDERE GLI ATTRIBUTI E LE CARTE IN REGOLA PER AUTOGOVERNARSI SENZA ESSERE SOTTOMESSI A LOGICHE CLIENTELARI E DI PARTITO, POSSIAMO ESSERE CERTI CHE IL DUEMILAOTTO SARA' UN ALTRO ANNO STORICO PER OPERA.
LA PROSSIMA AMMINISTRAZIONE SARA' NOSTRA E VOSTRA, SARA' QUELLA CHE MANTERRA' LA PROMESSA FATTA DI APRIRE NUOVAMENTE IL BANDO, PER TUTTE LE COOPERATIVE, A PREZZI RAGIONEVOLI.
LA PROSSIMA GIUNTA DIPENDE DA VOI. CONTINUATE A DIMOSTRARE DI ESSERE FORTI VOTANDO E FACENDO VOTARE LA LEGA NORD.
(Il volantino del Comitato dei Soci. Clicca sopra per ingrandire)

MULTE SELVAGGE A FIZZONASCO, LA LEGA NORD ORGANIZZA IL MAXI-RICORSO

La Lega Nord di Pieve Emanuele, dopo le migliaia di multe che sono state recapitate agli automobilisti pievesi, e non solo, che si sono trovati loro malgrado a passare per Via Fizzonasco sotto le telecamere posizionate sopra gli impianti semaforici, sta organizzando un incontro pubblico con la popolazione al fine di presentare un maxi-ricorso al Giudice di Pace di Milano.
“La popolazione è inferocita - ammette il responsabile della Lega Nord di Pieve Emanuele Pier Paolo Antonelli - ed il Carroccio si vede costretto, nonostante sia un partito di governo a Pieve Emanuele, a dare delle risposte chiare alla gente, ma anche a sottolineare la buona fede del Sindaco Rocco Pinto che, insieme al Comandante della Polizia Locale ed al Comandante della Stazione dei Carabinieri, saranno invitati all’incontro pubblico. Da qui l’iniziativa della Lega Nord che ha chiamato a questo incontro pubblico gli avvocati di un importante studio pavese che si occuperanno di analizzare la fattibilità di un maxi-ricorso. E’ nostra opinione, infatti, che la sanzione stradale debba avere per principio il carattere sanzionatorio e non estorsivo. Non è accettabile che per una medesima infrazione, per quanto possa essere in linea di principio corretta, siano recapitatate anche dieci contestazioni. Soprattutto non è ammissibile che tali strumenti per la rilevazione delle infrazioni siano regolati per cogliere in fallo gli automobilisti con sistemi, che potrebbero essere illeciti, quali ad esempio la durata dell'arancione semaforico una frazione di secondo e lo scatto della foto che colpisce anche chi è già oltre la linea d'arresto quando il verde lascia il posto all'arancione. In quest’ottica la Lega Nord si dissocia dal voto contrario dell’Amministrazione pievese alla costituzione di una commissione d’inchiesta, avanzata dalla minoranza, che avrebbe dato modo ai cittadini di sapere che la Giunta comunale è in buona fede e che tali strumenti di rilevazione delle infrazioni stradali sono il risultato di scelte politiche della precedente Amministrazione. Ora ci troviamo ad aver ereditato non solo una situazione economica preoccupante, ma anche il dissenso delle gente per scelte in materia di sicurezza stradale che stanno arrecando un danno economico importante alla popolazione.”
All’assemblea è prevista la presenza dell’Assessore alla Regione Lombardia della Lega Nord Davide Boni.
L’incontro con la popolazione si svolgerà domenica 7 ottobre alle ore 21 presso l’auditorium della scuola elementare di Via Curiel a Fizzonasco di Pieve Emanuele.

OGGIONO (LECCO): FIACCOLATA VENERDI' 5 OTTOBRE

"Ancora increduli della scelta fatta dal Sindaco di Oggiono, a sostegno della nostra identità, della nostra cultura e dei nostri valori, invitiamo tutti i cittadini liberi, che si riconoscono nella storia occidentale a riappropriarsi dei propri valori." E' con questo spirito che venerdì 5 ottobre, sfileremo per le vie cittadine di Oggiono, per far sentire forte la nostra voce e non sottostare ai disegni di svilimento della nostra storia.
Oggiono, con la sua storia, la sua cultura ed anche il suo credo religioso dice: "NO ALLA MOSCHEA NEL MUNICIPIO!"
Non cadiamo nel gioco delle contrapposizioni, ribadiamo fortemente che la nostra gente sempre pronta a ricevere e donarsi non ci sta ad essere svenduta ed umiliata.
Oggionesi e non solo venite con noi in corteo, il nostro futuro lo si compie a piccoli passi.
La fiaccolata del 05 ottobre inizia un cammino.
PROGRAMMA FIACCOLATA
La manifestazione si svolgerà con assembramento in Piazza Garibaldi, di lì si snoderà un corteo che seguirà, a partire dalle ore 20.00, il seguente percorso: Via I Maggio, Via Cavour, Via M. d'Oggiono, Via Longoni, Piazza Garibaldi dove si terrà il comizio conclusivo.

CULTURA E TRADIZIONE

L’Assessore Massimiliano Orsatti
e la Lega Nord per l'indipendenza della Padania
sono lieti di informarvi della rassegna di
Musica, Teatro e Cabaret milanese
"GH'ERA ONA VOLTA MILAN - I NOSTER TRADIZION"
Milano è fascino, Milano è stile, Milano è magia, Milano è emozione!
L'identità è la forza trainante di Milano, città che trova nel suo straordinario passato le energie per vincere le sfide del presente e per proiettarsi, da assoluita protagonista, nel futuro.
Salva il cartellone con la programmazione sul tuo computer e leggi gli appuntamenti.

VENEZIA: DOMENICA 16 SETTEMBRE 2007

Il leone ruggisce ancora... Il Popolo padano risponde...La rivolta fiscale è l'arma necessaria ai padani...
Basta tasse, basta Roma... Per spezzare il filo spinato che limita la nostra libertà... Tutti i padani uniti... Alcuni operesi alla Festa dei Popoli Padani...

ATTENZIONE - PER CHI VIENE A VENEZIA

Attenzione agli spostamenti per la Festa dei Popoli Padani a Venezia. L'autostrada A4 rimane chiusa fino alle ore 7.00 di domenica 16 dalla barriera MI est a Bergamo. Mettersi quindi in marcia dopo quell'ora. L'autocolonna da Opera muoverà quindi alle ore 6.30 dal parcheggio della ex coop per giungere in orario alla riapertura dell'autostrada.

A VENEZIA IN MACCHINA

Partenza ore 6.00 dal parcheggio ex coop - Sezione Lega Nord Opera info: 3481311083

Borghezio: fermato da polizia belga

Agenti sarebbero intervenuti prima della marcia anti- islam.
(ANSA) - BRUXELLES, 11 SET - La polizia belga avrebbe fermato l'eurodeputato della Lega Mario Borghezio prima della manifestazione anti-islam. Lo ha riferito lo stesso Borghezio, il quale ha spiegato di parlare da un mezzo delle forze dell'ordine e ha denunciato di essere stato malmenato dalle forze dell'ordine. L'esponente leghista sarebbe stato fermato con un'altra ventina di persone.
MERCOLEDI' 12 ALLE ORE 10.30 PRESIDIO DI PROTESTA DAVANTI AL CONSOLATO BELGA DI VIA TURATI, 12 A MILANO.

PULLMAN per VENEZIA

Partenza da Melegnano (Supermercato Lidl) alle ore 6.50
Costo del viaggio andata e ritorno Euro 15,00
Ritrovo e partenza da Opera nel parcheggio della ex coop alle ore 6.20
Per adesioni: legaopera@tiscali.it oppure SMS al 3481311083
PARTECIPIAMO NUMEROSI!

VENEZIA 16 SETTEMBRE 2007

Cari fratelli padani, domenica 16 settembre si rinnoverà il tradizionale appuntamento con la festa dei Popoli Padani a Venezia, sulla Riva degli Schiavoni: un appuntamento importante, sentito da tutti noi, che si concluderà con la celebrazione del rito dell’ampolla e con l’intervento del nostro Segretario Federale, Umberto Bossi.Una festa che, quest’anno, si snoderà nell’arco di tre giorni, aprendosi la mattina di venerdì 14 con il tradizionale rito del prelievo dell’acqua del Po alle sorgenti del Monviso, al Pian del Re, per poi continuare con la festa di Paesana, nel pomeriggio, festa all’interno della quale si terrà il comizio del nostro Segretario Bossi, e proseguendo poi la mattina di sabato 15, con la discesa del Po da parte della motonave padana che solcherà le acque da Mantova fino alla Laguna.Ritengo sia inutile ripetere quanta importanza politica rivesta questa manifestazione per la Lega e per tutti noi, in questa delicata fase politica, di grande mobilitazione per il nostro movimento e per il Nord.Domenica scorsa, dal raduno nel Passo di Cà San Marco, abbiamo fatto il primo passo verso quella grande mobilitazione di popolo che caratterizzerà questo autunno, con la rivolta fiscale dei contribuenti, un atto di protesta forte, che servirà a mettere in ginocchio il Governo delle tasse di Romano Prodi, togliendogli dal motore quella benzina rappresenta dai soldi che tutti noi versiamo sotto forma di imposte e tasse nelle casse dello Stato centrale, dando inoltre ulteriore forza alla battaglia per il Federalismo fiscale.Per tutte queste ragioni l’appuntamento con il raduno dei Popoli Padani a Venezia assume, quest’anno, un’importanza ancora maggiore: per questo nessuno dovrà mancare il prossimo 16 settembre sulla Riva degli Schiavoni.Dovremo essere tutti presenti, per far sentire al nostro Segretario la vicinanza del popolo del Nord, la totale adesione e la totale disponibilità in vista delle prossime battaglie politiche che andremo ad affrontare.Per questi motivi occorre ripetere tutto lo sforzo che abbiamo profuso negli scorsi mesi nella campagna elettorale per le elezioni amministrative, che ha portato ad un grande successo il nostro movimento, e per l’organizzare del raduno di Pontida: occorre quindi ripartire con lo stesso tam tam, fatto di manifesti, volantini, passaparola nelle sezioni, nei bar, nei mercati o nelle piazze. Dobbiamo cercare di portare a Venezia decine di migliaia di persone, come abbiamo fatto a Pontida, e possiamo riuscirci, perché nella base l’entusiasmo e la voglia di ritrovarsi ci sono e si sentono, per cui dobbiamo solo canalizzare questa voglia di Lega, questa voglia di ascoltare Umberto Bossi, e quanto ci dirà sulle prossime mosse politiche e strategiche della Lega, trasformandola in una partecipazione di massa.Per rendere possibile tutto questo occorre che ogni nazione, ogni provincia e ogni singola sezione facciano al massimo la propria parte.La macchina organizzativa in queste settimane, nonostante la pausa di agosto, si è già attivata con il consueto impegno, ma tutti voi, ognuno di voi, potete fare qualcosa in più: andate nelle piazze, nelle strade, nei mercati, nei bar e parlate con tutti i nostri simpatizzanti, e non solo con loro, e convinceteli a venire a Venezia, per renderli partecipi in prima persona e coinvolgerli in quella che sarà la giornata di avvio della protesta fiscale.Domenica 16 settembre dovrà essere una di quelle giornate che ricorderemo per sempre: facciamo in modo, con il nostro impegno e la nostra partecipazione, di rendere indimenticabile la giornata che ci attende a Venezia. Ci vediamo a Venezia e che nessuno manchi, per quella che sarà una giornata storica per tutto il movimento e per tutti noi...
Roberto Calderoli
Il programma della giornata è su:

BOSSI: CRITICHE? VENGANO LORO A CALMARE LA RABBIA DELLA GENTE

MILANO - "Visto che fanno tanto i sottili, strumentalmente, sulle mie parole, vengano loro a spiegare alla gente incazzata perché ci sono tante tasse, vengano loro a calmare la rabbia che monta nei cittadini". Umberto Bossi, il giorno dopo le parole pronunciate a Cà San Marco, commenta, conversando con l'ANSA, le polemiche nate dalle sue affermazioni sulla protesta fiscale. Bossi respinge l'accusa di aver usato un linguaggio violento e rivendica con forza di avere sempre saputo incanalare la protesta, anche la più accesa, per via pacifica e democratica. "A Roma fanno finta di non sapere - dice Bossi con una punta di amarezza - fanno finta di non capire. Per una battuta detta in un comizio, anzi per una risposta che ho dato a qualcuno che invocava vie spicce, hanno allestito un processo mediatico. Ma scherziamo?". "La realtà - prosegue Bossi - è che la rivolta fiscale non la si fa certo con le armi. E' la rivolta stessa l'arma migliore che c'é. E noi non faremo certo il favore a lor signori di cascare nelle provocazioni, questo no di certo. Ma che fucili? Noi proseguiamo nel nostro programma di rivolta contro il fisco ingiusto rispettando le leggi". "E già oggi - prosegue - in una riunione che si è svolta in via Bellerio sono stati delineati alcuni passaggi che ci porteranno a presentare a Venezia il nostro progetto in più punti per ridurre l'iniqua tassazione che sta strozzando le famiglie". (notizia ANSA)

Cà San Marco, 26 agosto 2007

Ieri, come al solito, una frase di Umberto Bossi utilizzata in un contesto ben preciso è stata utilizzata per sviare l’attenzione degli italiani dalla proposta di rivolta fiscale e dall’ennesima dimostrazione di quanto i padani vogliano amministrarsi da soli senza dipendere da Roma.
Al tradizionale appuntamento di Cà San Marco, antico confine del Lombardo Veneto, l’alzabandiera padano è stato arricchito da una colorita metafora del Senatur che parlando di lombardi che mantengono lo Stato, punzecchiato dai commenti dei militanti leghisti, ha detto che ancora non sono stati presi i fucili per voler sottolineare come i tartassati ed operosi settentrionali siano sempre stati diligenti e ligi al proprio dovere di italiani nonostante la Repubblica abbia, sin dalla sua nascita, spremuto i padani utilizzandoli, come galline dalle uova d’oro, per mantenere il mezzogiorno ed il carrozzone clientelare legato al Parlamento romano.
Naturalmente a noi è chiaro che Umberto Bossi non abbia voluto minacciare alcuna rivolta armata e, soprattutto, è evidente quanto sia stato importante il ruolo del Capo del Carroccio nell’evitare proprio che alla caduta della prima repubblica, realmente, si potesse giungere ad una rivolta armata degli oramai stanchi cittadini del Nord. Umberto Bossi ha infatti sempre parlato di rivoluzione democratica in cabina elettorale. Ma qualcuno finge sempre di non capire… tra questi anche il Presidente comunista della Repubblica Italiana.

CA' SAN MARCO (BERGAMO) - Nessuna retromarcia sulla protesta fiscale: la Lega Nord andrà sino in fondo. Umberto Bossi sul Passo San Marco a 2.000 metri ha fugato ogni dubbio e lo ha fatto con una delle sue espressioni forti. "Non abbiamo mai tirato fuori fucili, ma c'é sempre una prima volta". Al Senatur piace la terminologia 'armata': senza andare al 1994, quando parlò di 300 mila bergamaschi che erano disposti ad armarsi fra il 1986 e 1987, anche più recentemente ha parlato di 'fucili', in tono più o meno serio. Sul tema fiscale, non usa il termine sciopero ma protesta o rivolta perché "con le parole - ha spiegato - bisogna stare attenti". Ma i cinque punti con cui si comincerà, a distanza ciascuno di 15 giorni, sono già pronti. Nessuna spiegazione per ora su quali saranno per evitare che il governo ricorra ai ripari con un decreto legge o con un provvedimento dell'Agenzia delle entrate. "Invece dopo - ha osservato il vice presidente del Senato Roberto Calderoli - non potranno fare una legge retroattiva". Non ci sono stati riferimenti agli alleati che non vedono esattamente di buon occhio la protesta fiscale. Calderoli li ha invitati ad essere più presenti al Senato "perchéé inutile che si parli dei costi della politica se si ruba lo stipendio non andando in Parlamento". Il deputato Roberto Cota ha invece criticato il "partito trasversale del freno a mano tirato che fino a oggi non ha permesso un vero cambiamento". La Lega invece ha iniziato la raccolta firme sulla protesta fiscale e ai circa 500 militanti saliti in Valbrembana é stata distribuita una scheda perché dicano se sono "favorevoli ad attuare la rivolta fiscale pagando le tasse alle nostre regioni e ai nostri comuni anziché allo Stato centrale". Bossi è arrivato intorno alle 13, ma prima del suo breve intervento sono saliti in tanti sul palco per parlare, dal segretario nazionale della Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti all'eurodeputato Mario Borghezio, agli esponenti della Lega delle diverse regioni del nord. E tutti hanno ripetuto la stessa cosa: "da qui parte la battaglia". Il via ufficiale, anzi "l'inizio del conto alla rovescia" per mandare a casa Prodi, come ha sottolineato Calderoli, sarà il 16 settembre al consueto appuntamento di Venezia. "Davanti alla rapina delinquenziale dello Stato che taglia la libertà - ha spiegato Bossi - noi sappiamo reagire e arrivare al bersaglio. Ci tocca andare fino in fondo". E in questo senso la protesta fiscale "non è la fine del mondo - ha aggiunto il leader della Lega - ma una parte della lotta per la libertà". Il Senatur ha ricordato ancora una volta che tutti gli stati moderni sono nati dalla rivolta fiscale, ha citato Carlo Cattaneo rilanciando il lavoro comune con il Veneto, ma anche il poeta siciliano Ignazio Buttitta per spiegare l'importanza delle radici. "Finora gli è andata bene - ha osservato -, i lombardi pagavano e non hanno mai tirato fuori il fucile, ma c'é sempre una prima volta. La Lega è nata per la libertà della Padania e noi non ci fermeremo a metà. Ora si lamentano perché parliamo di rivolta fiscale, ma siano più onesti e equilibrati. E' evidente che quando uno esagera ci sono reazioni".

La spropositata reazione del Presidente della Repubblica, il comunista Napolitano:
ROMA - "Il Presidente della Repubblica ha la massima considerazione per la libertà del confronto politico, anche nelle sue asprezze, e per il pieno esercizio del ruolo e dei diritti di qualsiasi forza di opposizione. Ma dinanzi a eccessi clamorosi nella polemica e nella propaganda, sente di dover esprimere un forte richiamo alla moderazione del linguaggio, e al rispetto dei valori nazionali e dei principi costituzionali". E' quanto scritto in un comunicato diffuso dal Quirinale. (Notizia Ansa)

BOSSI: BERLUSCONI MI HA CONFERMATO DI NON VOLERE IL PARTITO UNICO

"Silvio Berlusconi non vuole il partito unico, non vuole il referendum elettorale, anzi mi ha detto che vuole incontrare il governo per fare una nuova legge elettorale". Lo ha rivelato il segretario federale della Lega, Umberto Bossi, al termine dell'incontro a Calalzo di Cadore, con Giulio Tremonti, Gianni Alemanno, Roberto Calderoli e Roberto Maroni per fare il punto sulle prossime strategie politiche. "Pensavo che Berlusconi - ha detto Bossi - volesse fare un qualche pasticcio dopo il referendum elettorale con il Paritto della Liberta ma l'ho sentito al telefono e ha smentito tutto: non c'è nessun pasticcio, vuole incontrare il governo. Ora vediamo - ha sottolineato il leader del Carroccio - ci sono due settimane di tempo per affrontare il tema della legge elettorale, per farla; sui modelli possibili non abbiamo deciso nulla, ribadisco che la Lega è per migliorare la legge attuale". Quanto alle mosse future della Cdl, per Bossi ci vuole prima la nuova legge elettorale, poi si penserà alla coalizione per fare un programma condiviso da tutti quelli che ne fanno parte. "Per il programma ci sono delle idee base - ha concluso Bossi - qui a Calalzo siamo in pochi oggi, dobbiamo allargare il dibattito e guardare a settembre: prima la legge elettorale - ha ribadito - quindi la coalizione, poi il programma perché siamo a fine legislatura".

::ULTIM'ORA::

GOVERNO: BOSSI ANNUNCIA MANIFESTAZIONI CONTRO A SETTEMBRE
(ANSA) Valeggio sul Mincio (VR) 23 luglio - Umberto Bossi torna a chiamare il popolo della Lega alla mobilitazione di piazza contro il Governo Prodi. "A settembre - ha detto il Senatur - faremo una serie di grosse manifestazioni per far capire che il governo deve andare a casa". "Le faremo in Lombardia ma anche in Veneto - ha proseguito - e ci dovete venire incazzati, non buoni come al solito. Noi non siamo cambiati, siamo quelli di sempre. Il Veneto, la Lombardia, la Padania non sono in vendita, non sono un regalo per nessuno, sono nostre".

Fabrizio con il SENATUR in versione presidiante.


Ecco il leggendario Umberto Bossi che osserva il cappellino del PRESIDIO DI OPERA e posa con un suo rappresentante, nonchè militante leghista, sostenendo la causa degli indagati e dei cittadini operesi tutti che, con le eventuali condanne anche di uno solo di loro, sono le vittime di una violenza morale ed antidemocratica che deve fare scuola nel resto d'Italia. I cittadini non devono alzare la testa e, se qualcuno lo fa, va subito punito per dare l'esempio agli altri. Ieri noi presidianti, oggi Bossi... NOI CI SIAMO.

Domenica 26 agosto. Manifestazione di Ca’ San Marco.

L’incontro di Ca’ San Marco, così come Pontida e Venezia a buona ragione sta entrando a far parte dei momenti “storici” del Movimento, momenti ai quali i Leghisti non possono mancare.
Nel corso della manifestazione dell’anno scorso, il nostro Segretario Federale, Umberto Bossi, dichiarò: “Oggi, amici, si parla di libertà. E’ il vero alzabandiera del Nord. L’alzabandiera è una cosa seria, vuol dire che si chiede la libertà”.
Oggi, come quando furono pronunciate, queste parole suonano attuali per la Padania e per il Nord.
La Lega lotta per la libertà del Nord, “battendo tutte le vie democraticamente percorribili, per poter essere padroni a Casa Nostra e padroni anche delle nostre strutture istituzionali”.
Dobbiamo stimolare continuamente i nostri esponenti presenti nelle istituzioni alzando la bandiera dell’indipendenza, ed è proprio quello che faremo: domenica 26 agosto, in località Ca’ san Marco, in provincia di Bergamo. E saremo in tanti come è giusto che sia nei momenti che contano per la Lega e per il Nord. Padania sempre.

NO INCENERITORE: SCARICA I MODULI PER LA RACCOLTA FIRME

Clicca sulle immagini per ingrandirle e stampa la seconda pagina sul retro della prima. Raccogli le firme e mandaci una mail per accordarci per il ritiro oppure consegnale direttamente a Ettore Fusco o Fabrizio Dalcerri.



I GIOVANI PADANI IN FESTA

FESTA DELLA BIRRA

MUSICA E BIRRA A VOLONTA'
Vizzolo Predabissi - area feste di Via Verdi

14 e 15 LUGLIO

IL PROGRAMMA DELLA FESTA:
Sabato 14 dalle 21:00 LISCIO CON ORCHESTRA
Domenica 15 dalle 21:00 SERATA GIOVANI
BALLO E ANIMAZIONE LATINO AMERICANO

IL MERCANTE DI PIETRE

Nell’epoca in cui viviamo, sempre più spesso, un fatto esiste solo se viene trasmesso sullo schermo.
L’immagine ha sostituito la parola scritta; un film o un documentario sostituiscono il romanzo o il saggio, così come il telegiornale si impone a discapito dei quotidiani.
Questo accade perché l’immagine è qualcosa di immediato, si recepisce più velocemente, e noi abbiamo sempre meno tempo da dedicare alla lettura.
È così che assume importanza anche il messaggio che possiamo veicolare attraverso la proiezione di un film.
È il caso de “Il mercante di pietre” di Martinelli, in grado di scuotere le coscienze degli stanchi occidentali, attirando l’attenzione sul tema dello scontro di civiltà (islam-occidente).
Sulla base di queste considerazioni il neoassessore alla cultura, per il comune di Melegnano, ha organizzato la seguente iniziativa:
presso sala delle Battaglie – Castello Mediceo
P.za della Vittoria – Melegnano mercoledì 11 luglio ore 20.30
Intervengono alla conferenza:
- Senatore Massimo Poliedri
- Europarlamentare Mario Borghezio
- Direttore de “la Padania” Leonardo Boriani

Seguirà la proiezione del film “Il mercante di pietre” alle ore 21.30

VENERDI' 6 LUGLIO ORE 21

INCONTRO PUBBLICO CON IL
SENATORE ROBERTO CALDEROLI
PRESSO
CENTRO IDENTITARIO BASSANO DEL GRAPPA
VIA BASSANO DEL GRAPPA 32 - MILANO
MM LORETO/TURRO/ROVERETO
BUS 56/62

30 giugno 2007 BOSSI A PADERNO DUGNANO

BAGNO DI FOLLA PER IL SEGRETARIO UMBERTO BOSSI. IL LEADER DEL CARROCCIO E' SEMPRE PIU' PRESENTE ED IN FORMA. LA SUA FORZA E' INDISPENSABILE AL POPOLO DEL NORD PER VINCERE LA GUERRA CONTRO IL CENTRALISMO DI ROMA LADRONA.

FUORI DALLE BALLE

"Fuori dalle balle" è lo slogan coniato per la raccolta di firme necessaria a presentare una petizione al Presidente della Repubblica con la richiesta di scioglimento delle camere per manifesta incapacità del Presidente del Consiglio Romano Prodi e del suo Governo. Opera ha contribuito all'impresa di raccogliere un milione di firme, da consegnare al Presidente Napolitano, con un gazebo all'interno della Festa del Patrono dove i militanti leghisti hanno raccolto, in dodici ore di lavoro ininterrotte, poco meno di trecento firme. I gazebo della Lega piacciono sempre di più agli operesi che li frequentano con molta più assiduità che non la festa dell'unità e le nostre torte vanno davvero a ruba. Oltre alle firme per mandare a casa Prodi si sono soprattutto allacciati rapporti con cittadini vogliosi di vedere un Sindaco leghista alla guida di Opera ed offerte di collaborazione per la campagna elettorale prossima a venire. La Lega Nord oggi è forte ad Opera quasi quanto nelle valli bergamasche e quest'anno, godendo anche della notorietà ricevuta grazie alla battaglia vinta per salvare il paese da un campo nomadi regolare e quindi amovibile, i cittadini ci chiedono a gran voce che Opera diventi come quei comuni, gestiti con orgoglio, dove il Sindaco è uno del popolo, conosciuto, onesto e soprattutto che lavori per la gente. Queste sono le nostre caratteristiche e l'anno prossimo finalmente regaleremo ai concittadini un'Amministrazione forte, corretta e con l'interesse prioritario di restituire al Paese la sicurezza e la fiducia nelle istituzioni. Al gazebo del carroccio hanno partecipato oltre ai militanti locali ed ai sostenitori operesi anche il Consigliere Regionale Fabrizio Cecchetti ed il Parlamentare Nazionale Onorevole Paolo Grimoldi. Tornando alla petizione ed alla richiesta di andare alle urne, quanto prima, è chiaro a tutti come l'Italia stia andando in malora ed il popolo sia stanco di pagare le conseguenze di politiche centraliste disastrose. Abbiamo bisogno di autonomia e se da Roma non dovesse arrivare un segnale di cambiamento che può giungere solo con un nuovo governo con forte presenza leghista, meno interessato alle poltrone ed ai privilegi della partitocrazia e più vicino ai problemi della gente, allora torneremo a gridare in piazza che siamo stufi di essere massacrati per mantenere il carrozzone Italia. Se non cambia con questo sistema ci resta solo una strada: chiedere l'indipendenza del Nord. PADANIA LIBERA.