«Noi del Nord ne abbiamo piene le balle di lavorare per poi farci portare via tutto. Domenica e lunedì andremo in cabina elettorale con il bastone per dare tante bastonate ai romani e ai romanofili: ogni voto per la Lega, una mazzata per Roma».Un Umberto Bossi in ottima forma, tre comizi in un giorno, l’ultimo dei quali a Varese sotto uno scroscio di pioggia torrenziale, chiude la campagna elettorale delle amministrative con lo slogan del “bastone” accolto in ogni piazza della Padania con grande entusiasmo. Perché la gente è stufa, come nel ’92 se non peggio, e perché quelle parole rudi e ultimative riecheggiano i toni da trincea della Lega di allora.Così i varesini esplodono in cori ed applausi quando il Segretario afferma che «per noi lumbard la Capitale non è Roma, l’è Milan».Maroni affronta il capitolo sicurezza sottolineando che il Carroccio in Parlamento è stato l’unica forza a votare compattamente contro l’indulto e denuncia la follia dell’apertura indiscriminata delle frontiere. Ma proprio su questo fronte dal Sud arriva un segnale che «ci riempie di gioia». L’allusione è al clamoroso successo di Angela Maraventano a Lampedusa, segno che anche dove il terreno è più inospitale il seme leghista sta germogliando. «Quindi - conclude Maroni - state pur sicuri che a Lampedusa da domani non ci saranno più sbarchi».Perché anche laggiù la gente è andata a votare col bastone in mano.
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