BAGNO DI FOLLA PER IL SEGRETARIO UMBERTO BOSSI. IL LEADER DEL CARROCCIO E' SEMPRE PIU' PRESENTE ED IN FORMA. LA SUA FORZA E' INDISPENSABILE AL POPOLO DEL NORD PER VINCERE LA GUERRA CONTRO IL CENTRALISMO DI ROMA LADRONA.
"Fuori dalle balle" è lo slogan coniato per la raccolta di firme necessaria a presentare una petizione al Presidente della Repubblica con la richiesta di scioglimento delle camere per manifesta incapacità del Presidente del Consiglio Romano Prodi e del suo Governo. Opera ha contribuito all'impresa di raccogliere un milione di firme, da consegnare al Presidente Napolitano, con un gazebo all'interno della Festa del Patrono dove i militanti leghisti hanno raccolto, in dodici ore di lavoro ininterrotte, poco meno di trecento firme. I gazebo della Lega piacciono sempre di più agli operesi che li frequentano con molta più assiduità che non la festa dell'unità e le nostre torte vanno davvero a ruba. Oltre alle firme per mandare a casa Prodi si sono soprattutto allacciati rapporti con cittadini vogliosi di vedere un Sindaco leghista alla guida di Opera ed offerte di collaborazione per la campagna elettorale prossima a venire. La Lega Nord oggi è forte ad Opera quasi quanto nelle valli bergamasche e quest'anno, godendo anche della notorietà ricevuta grazie alla batt
aglia vinta per salvare il paese da un campo nomadi regolare e quindi amovibile, i cittadini ci chiedono a gran voce che Opera diventi come quei comuni, gestiti con orgoglio, dove il Sindaco è uno del popolo, conosciuto, onesto e soprattutto che lavori per la gente. Queste sono le nostre caratteristiche e l'anno prossimo finalmente regaleremo ai concittadini un'Amministrazione forte, corretta e con l'interesse prioritario di restituire al Paese la sicurezza e la fiducia nelle istituzioni. Al gazebo del carroccio hanno partecipato oltre ai militanti locali ed ai sostenitori operesi anche il Consigliere Regionale Fabrizio Cecchetti ed il Parlamentare Nazionale Onorevole Paolo Grimoldi. Tornando alla petizione ed alla richiesta di andare alle urne, quanto prima, è chiaro a tutti come l'Italia stia andando in malora ed il popolo sia stanco di pagare le conseguenze di politiche centraliste disastrose. Abbiamo bisogno di autonomia e se da Roma non dovesse arrivare un segnale di cambiamento che può giungere solo con un nuovo governo con forte presenza leghista, meno interessato alle poltrone ed ai privilegi della partitocrazia e più vicino ai problemi della gente, allora torneremo a gridare in piazza che siamo stufi di essere massacrati per mantenere il carrozzone Italia. Se non cambia con questo sistema ci resta solo una strada: chiedere l'indipendenza del Nord. PADANIA LIBERA.
Opera, 17 giugno 2007. L'accampamento del Consigliere Fusco, così il Sindaco aveva bollato il secondo gazebo della Lega Nord e dei cittadini del presido di Opera Sicura davanti all'Abbazia di Mirasole, si è tenuto in un clima di serenita e gioia per le famiglie che vi hanno preso parte. Dopo le torte e le tanto deplorate salamelle, che per qualcuno sono sinonimo di ignoranza e grettezza (gli stessi che predicano la droga libera affinchè i propri sostenitori possano bruciarsi le ultime cellule cerebrali), al calare del sole davanti all'abbazia sono rimasti solo gli agenti della Digos preoccupati per le scritte razziste rilevate stamani proprio dove si posiziona il gazebo della Lega. Naturalmente non siamo preoccupati se due stolti imbrattano una strada dandoci dei razzisti e fascisti pur essendo loro, nazisti rossi, a non accettare le diversità di chi la pensa in modo alternativo al loro. Oramai persino Penati, che i rom li voleva mandare a Opera, ha capito che non paga il buonismo gratuito ai danni dei cittadini ed ha riconosciuto che la maggior parte dei crimini sono compiuti dagli stranieri e che i rom non hanno alcun diritto di occupare abusivamente le nostre terre e delinquere a loro piacimento. Ma ad Opera ancora non è così. Qualcuno ancora cerca di combattere il popolo che vuole libertà, giustizia e sicurezza. Cosa ne venga nelle tasche di questi non lo sappiamo ma preferiamo sperare che tutta la sinistra prenda le posizioni di Penati, seppure opportunistiche visto che il voto è prossimo a venire anche per la provincia, in modo tale che il vento cambi ed il cittadino torni ad essere un soggetto con dei diritti e non solo un oggetto con dei doveri. Tornando alla festa, gli organizzatori, hanno apprezzato l'affluenza di persone che ha potuto gustare i piatti preparati dai cittadini stessi ed il gran numero di persone che hanno sottoscritto una petizione contro il decreto Amato Ferrero sull'immigrazione. L'occasione è servita anche per portare i cittadini a conoscenza di quanto accade ad Opera ultimamente, dagli sgomberi di rom che il Sindaco nega all'ispezione ministeriale che sempre secondo il primo cittadino sarebbe un invenzione di Fusco. Intanto il Ministero delle Finanze, finita l'indagine che ha prodotto una corposa lista di irregolarità con tanto di richiesta di recupero dei soldi spesi male per un importo di mezzo milione di euro, attende proprio risposta da Ramazzotti alle "balle di Fusco". Tutti i volantini diffusi riportavano i siti internet dove sono reperibili le notizie su opera dal http://www.operasicura.blogspot.com/ a quello sulle gaffe della sinistra che prende il nome del loro gruppo consiliare http://www.democraticiperopera.blogspot.com/ passando dai siti del gruppo consiliare e della sezione del carroccio per finire con quello del Presidio di Opera. Tutti comunque raggiungibili da quello del Comitato Opera Sicura.
"Il presidente della Repubblica deve intervenire perchè il paese è in una situazione di grave difficoltà. Il governo non ha i numeri per fare approvare le sue stesse leggi, il Parlamento è paralizzato, c’è una situazione per cui non si può andare avanti. La parola deve tornare ai cittadini come dice la Costituzione, bisogna che ci siano subito le elezioni politiche, il presidente della Repubblica deve prendere atto di questa situazione». Con queste parole il segretario federale della Lega Nord, Umberto Bossi, chiede al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di tornare al voto per le elezioni politiche. Per Bossi, «la crisi della politica non è una invenzione dei giornalisti, se non si trova una soluzione c’è il rischio che aumenti perchè il Parlamento, che non ha i numeri, non può dare nessuna risposta".